La mail di Sigfrido Ranucci, autore dell’inchiesta “Fallujah – La strage nascosta”

Pubblico la mail inviatami da Sigfrido Ranucci, giornalista Rai autore dell'inchiesta Fallujah – La strage nascosta (sull'uso di armi chimiche da parte degli americani in Iraq) della quale avevo parlato in questo post del 10 novembre.

Mi sarebbe piaciuto incontrare ognuno di voi, stringervi la mano, scambiare qualche idea, ma ovviamente non è stato possibile. Ci siamo incontrati attraverso il web. Vi devo dire soprattutto grazie perché non mi avete fatto sentire solo durante questa esperienza, che nella carriera di un giornalista capita una sola volta nella vita, se mai capita.
Vi ringrazio per le belle parole che mi avete scritto soprattutto per i sentimenti di stima, ma anche per i consigli (alcuni di voi si sono rivelati ottimi corrispondenti e ci hanno inviato utili informazioni ) e per le critiche che ci hanno aiutato a ragionare e migliorare nelle risposte agli attacchi. Grazie perché provengono dall’unico padrone che riconosco: “il pubblico”.
Al coperto delle vostre grandi spalle e’ facile anche per un "Davide" come me tirare sassi contro "Golia", e questa volta "Golia" ce lo siamo scelto veramente grande e grosso! Dovunque andiamo riceviamo la gratitudine della gente per aver restituito credibilità al servizio pubblico, abbiamo restituito  la speranza di essere informati, di conoscere la verità.
E’ stata un’esperienza bellissima, di quelle che riempiono una vita professionale e restano nella nostra vita e nei nostri cuori, probabilmente irripetibile per argomento e congiunture “astrali” che hanno coinvolto pubblico, politici e quelle che amo definire le “anomale tribù giornalistiche”.
E’ stata un’esperienza irripetibile anche perché ci siamo trovati prima contro poi a fianco colossi dell’informazione come il New York Times, la Bbc, il Corriere della Sera, L’Espresso, Panorama, muovendoci all’interno del tangibile imbarazzo dell’azienda che ha preferito non trasmettere in prima serata l'inchiesta. Combattendo contro tutti i mali dell'informazione italiana e non solo: quello dell’informazione embedded, autoreferenziale, narcisista, quella semplicemente piegata al potere. 

 

Sono intervenuti strateghi militari di fama mondiale, mezzi maghetti e altro (gli stessi apparati e giornalisti che vedevano all'inizio della guerra armi di distruzione di massa e pistole fumanti ovunque) che hanno tentato di attaccare e delegittimare l'inchiesta dicendo che i morti mostrati erano stati troppo al sole (come se fossero morti per un'insolazione) o dicendo che il fosforo non uccide, tentativi maldestri che sono stati rispediti al mittente con le ammissioni dello stesso pentagono, e con la richiesta di una commissione internazionale da parte della Commissione europea. Lo stesso N.y. Times ha chiesto al governo Usa la moratoria delle armi al fosforo. Avevamo anche raccolto testimonianze sull'utilizzo di altre armi non convenzionali  da parte degli Usa  ma a riprova della nostra serietà, non avendo la prova filmata,  non abbiamo ritenuto di farne denuncia. 
Eppure l'inchiesta denunciava
1) dei corpi che presentavano anomalie
2) un bombardamento al fosforo sui quartieri di fallujah; ma anche violazioni di diritti umani, torture, ragazzi uccisi con un drappo bianco in mano, la croce usata come sfregio nelle moschee. Di tutto questo non si e' potuto parlare, si e' discusso solo se il fosforo era o meno un'arma chimica e se quei morti erano o meno compatibili con quel tipo di agente chimico. Anche a questo abbiamo risposto, abbiamo pubblicato documenti della Cia che nel 1995, riferendosi a un bombardamento con ordigni al fosforo effettuato da Saddam Hussein nel 1988 sui Curdi, lo definiva chiaramente e inequivocabilmente un bombardamento con armi chimiche. 
A chi vuole prendervi per il naso raccontandovi che e' un'arma incendiaria,  va ricordato che e' da considerasi tale solo se usata nei modi consentiti, cioè come tracciante (guarda caso la prima versione del pentagono sull'uso del fosforo) o come schermo per i movimenti delle truppe. Ma se usata contro le persone, come dice chiaramente Peter Kaiser, portavoce dell'OPCW, l'ufficio Onu  per il divieto dell'uso di armi chimiche, in un'intervista che e' sul nostro sito,  "e' da considerarsi arma chimica"!
A testimonianza che la nostra denuncia e' fondata, qualificati organismi internazionali hanno presentato la richiesta per l'istituzione di una commissioni d'inchiesta.

 

Grazie anche a nome dell'informazione
Sigfrido Ranucci   

Scritto da Style24.it Unit

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