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Oggi fa parte degli accessori a cui difficilmente si riesce a rinunciare: il braccialetto, in ogni sua forma, in ogni suo colore e in ogni suo stile, è un accessorio divenuto must have di ogni stagione dell’anno.
Sapevate però che le sue orgini sono antichissime? Andiamo a scoprirle insieme, facendo un tuffo nel passato tra epoche e culture differenti.
L’origine del braccialetto e la sua evoluzione nel tempo: che cosa sappiamo?
L’origine del bracciale coincide più o meno con l’età del bonzo; ai tempi esso era un semplicissimo cerchio liscio in legno, fibre vegetali intrecciate con strisce di pelle o in bronzo, poi sostituito dal ferro più avanti – nell’età del ferro, appunto.
Nel mondo orientale, il bracciale era tendenzialmente formato da metalli preziosi e si vedevano meravigliose gemme incastonate ed erano portati indistintamente da uomini e donne, principalmente ai polsi o alle caviglie.
È risaputo che i Micenei realizzarono bracciali d’oro a spirale o a nastro, su cui si incidevano forme geometriche dai profondi significati. Gli Egizi e i Babilonesi, invece, erano soliti indossare bracciali anche alle caviglie ed essi erano quasi sempre spessi e decorati da immagini perlopiù mitologiche e rigorosamente incisi con smalti e incastonati di scarabei in colore turchese.
La moda del bracciale alle caviglie (oltre che nel braccio) fu portata avanti anche dai Greci; in particolare andava per la maggiore il bracciale serpentiforme, successivamente trasmesso alla Magna Grecia, all’Etruria e di conseguenza anche a Roma. Il serpente era rappresentanto con un cerchio o tubolare o semplice a tubo o a nastro. Insieme a questo modello, però, i Greci indossavano anche i cosiddetti bracciali “a rosario”, dove su cordoncini o fili dorati erano soliti infilare perle, coralli o pietre.
Dagli Etruschi al Medioevo: diversi modelli per diverse epoche
In epoca etrusca il bracciale era indossato soprattutto all’omero sinistro; i modelli erano meravigliosi, impreziositi di avorio, di ambra, di vetro e di corallo: chissà che eleganza! In particolare, si ricorda nella storia il modello detto “a chimera”: esso era rigido e aperto e terminava sulle estremità con due teste affrontate, o entaìrambe di leone, o una di leone e una di capra.
I Romani, invece, erano soliti fare uso di del cosiddetto armilla: rigido e tipicamente femminile, il bracciale romano era però anche utilizzato dagli uomini come simbolo di valenza militare. Tendenzialmente era indossato al braccio sinistro ed era alto, liscio e piatto e dorato.
Durante tutto l’impero romano si assiste a una progressiva modifica del bracciale che, via via, diventa sempre più prezioso. Gemme, pietre preziose e forme rigide e snodate diventano le caratteristiche principali dell’accessorio in questione.
Molto noto (e tornato anche in tendenza ai giorni nostri) è il bracciale “alla schiava”, tipico dei patrizi. Il bracciale in questione era a forma di rettile arrotolato su se stesso e veniva indossato dalle donne al di sopra del gomito: un effetto sensualissimo e super elegante ancora oggi.
Dopo la quasi scomparsa del bracciale in epoca medievale, esso fa il suo grande ritorno verso il Seicento, sebbene raggiunse la sua massima luce durante il Direttorio (1795-1799), dove andava per la maggiore il boite à portrait, ossia un nastro di velluto con al centro cucito un medaglione con cammeo.
Ottocento e Novecento: il boom del bracciale
Tutto l’Ottocento e il Novecento vedono il bracciale come protagonista assoluto degli accessori: forme e colori differenti, decorazioni artistiche e significati di ogni tipologia, il braccialetto era nel pieno del suo boom.
Ma se dobbiamo parlare di arte e originalità, è con l’Art Nuveau e l’Art Deco che il bracciale esplode di creatività.
Oggi, nel 2022, i modelli di bracciali sono tantissimi: ultimamente stanno tornando in voga gli stili del passato, ma allo stesso tempo emergono sempre novità interessanti.
Ogni bracciale è un modo per raccontare se stessi ed è bello potere scavare anche nella storia per trovare qualche sfumatura della propria identità: a voi la scelta!