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La vacanza (AKA Vacation) è un film del 1971 italiano diretto da Tinto Brass.
Ha come protagonista Vanessa Redgrave e Franco Nero. E’ stato premiato al Festival di Venezia il 4 settembre 1971 dove ha vinto nella categoria Miglior film italiano. Un successo che è poi stato seguito da uno spettacolo a teatro il 5 aprile 1972. Un anno dopo, Brass, la Redgrave e Nero hanno lavorato insieme al film, Dropout.
Immacolata Meneghello è una giovane contadina, finita in un manicomio giudiziario per essersi innamorata di un nobiluomo, il conte Claudio (questi dopo averne approfittato, s’era stancato dell’avventura e aveva denunciato la ragazza per molestie), viene riconsegnata ai familiari per una “licenza di esperimento”.
Tutt’altro che contenti di ritrovarsi una nuova bocca da sfamare, i suoi vendono la congiunta, come “cavalla”, al mugnaio Olindo. Riuscita a fuggire, Immacolata incontra il bracconiere Osiride, al quale si unisce.
Dopo aver corso alcune avventure, i due vengono arrestati. Riescono ad evadere, si uniscono a un venditore ambulante e a tre zingare, e vivono felici pescando di frodo. Li sorprendono, però, i figli del conte Claudio, che uccidono una delle donne.
Mentre Osiride torna in carcere, Immacolata viene assunta nella fabbrica del conte Claudio. Là dentro, ella finisce per scatenare una mezza rivoluzione, in seguito alla quale interviene la polizia. Osiride, accorso, col venditore ambulante, per portarle aiuto, viene ucciso dagli agenti. Considerata più “folle” che mai, Immacolata torna in clinica: la “vacanza”, nel gergo del manicomio, è finita.
Per la visione in streaming, è sufficiente affidarsi ai soliti canali e cercare su un qualsiasi motore di ricerca i riferimenti necessari.
Vanessa Redgrave: Immacolata Meneghelli
Franco Nero: Osiride
Leopoldo Trieste: Judge
Corin Redgrave: Gigi
Countessa Veronica: Iside
Germana Monteverdi Mercedes: La Contessa
Fany Sakantany: Alpi
Osiride Pevarello: Olindo
Regista noto per il suoi film osé, Tinto Brass, è nato il 26 marzo 1933 a Venezia. Le sue pellicole (in particolare quelle dal 75′ in poi) prese di mira da critica e mass-media.
Sono però sempre recensite con curioso interesse e seguite nelle sale con grande partecipazione di pubblico.
Ha una personalità goliardica ed è amante delle provocazioni. Il giovane Brass si accorge brevemente che l’Italia puritana che caratterizza gli anni cinquanta, gli sta stretta. Così, dopo essersi laureato in legge, si trasferisce a Parigi, dove per alcuni anni lavora come impiegato nell’archivio della Cinematheque Française.
Una volta tornato in Italia muove i primi passi da aiuto regista di Alberto Cavalcanti e Roberto Rossellini.
I suoi esordi come autore sono di alto livello e all’ombra di grandi nomi: nel 1963 debutta con il film “Chi lavora è perduto” e un anno dopo dirige i due episodi, “L’uccellino” e “L’automobile”, del film “La mia Signora”, con Silvana Mangano e Alberto Sordi.
Nel 1966, con la pellicola “Col cuore in gola”, interpretato da Jean Louis Trintignant, dà inizio a quella serie di film diventati noti come “londinesi”: “Nero su bianco” (1967); “L’urlo” (il film del ’68 che venne censurato) e “Drop out” interpretato da Vanessa Redgrave e Franco Nero.
Il 1975 è l’anno della svolta definitiva del Brass autore: passa dalle tematiche più disparate che avevano caratterizzato i suoi film precedenti, per concentrarsi sul tema dell’erotismo e della sua “liberazione”. Realizza un paio di pellicole decisamente forti per l’epoca, come “Salon Kitty”, e “Caligola”.
Brass, avendo preso le redini del filone del voyeurismo, non si fermerà più. Nel 1979 tocca a “Action”, ancora pudico, ma nel 1983 diventa famoso per l’immorale “La chiave”.
Che gli procura valanghe di copertine sui più affermati tabloid nazionali, anche grazie alla presenza di un’attrice di culto come lo era Stefania Sandrelli in quegli anni. Non era comune vedere un’attrice di tale fama eseguire evoluzioni erotiche in un film di cassetta, come lo definiremmo oggi.
Il film va ottimamente al botteghino. La critica, per una volta, è bendisposta col regista veneto. Dopo due anni Brass ritenta il colpo grosso e torna sugli schermi con “Miranda”.
In cui la protagonista è una nota icona del sogno erotico nostrano, la burrosa Serena Grandi. Divenuta però tale proprio al film di Brass.
La peculiarità principale di Brass, infatti, è quella di attento talent scout o meglio, di bellezze. Capacità che ha migliorato facendo esperienza con i film. Stefania Sandrelli quando arrivò alla sua corte era già attrice affermata. Mentre tutte le altre protagoniste sono state di fatto alla loro prima esperienza cinematografica.
Ma sono poi diventate puntualmente note grazie alla pubblicità che immancabilmente si crea intorno ai film del regista.
Nell’86, ad esempio, il film “Capriccio” lancia Francesca Dellera, divenuta poi poi volto onnipresente per alcuni anni tra cinema, tv e gossip. Quattro anni dopo tocca a Debora Caprioglio, protagonista della pellicola “Paprika”. Nel 1991 Tinto Brass redige “Così fan tutte”, con Claudia Koll, e nel 1994 “L’Uomo che guarda” che porta alla notorietà Katarina Vassilissa.
Tinto Brass era sposato con la collaboratrice e sceneggiatrice Carla Cipriani. Da lui affettuosamente chiamata Tinta. Lei è Morta nel 2006. Hanno avuto due figli, Beatrice e Bonifacio. Dopo la morte della coniuge ha intrapreso una relazione con l’attrice Caterina Varzi, psicoanalista ed ex-avvocato. Nell’aprile del 2010 viene colpito da un’emorragia cerebrale, dalla quale si riprende con l’aiuto della compagna Caterina. Ma che per poco non gli ha tolto la memoria e l’uso della parola.