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Lady Diana continua ad ossessionare i media anche se sono trascorsi ormai 21 anni dalla sua morte.
A decidere di rilasciare le ennesime dichiarazioni ufficiali in merito alle sue condizioni fisiche al momento della morte, è stato il patologo Richard Sheperd, il solo a poter essere senza alcun dubbio informato sul reale stato dei fatti.
Fin dai primi giorni dopo la morte di Lady Diana Spencer si diffuse la voce che a ordinare l’uccisione della Principessa del Popolo fosse stata la famiglia reale inglese.
Si trattò all’epoca di accuse gravissime a cui i reali scelsero di non rispondere nemmeno.
Secondo le fonti che avallarono già all’epoca la teoria del complotto, a spingere i reali d’Inghilterra a un gesto simile non fu soltanto la sregolata condotta di vita di Diana, la quale riusciva comunque a essere osannata dai sudditi britannici pur non essendo più sposata con l’erede al trono d’Inghilterra, ma anche la notizia che Diana fosse incinta.
Di queste supposizioni però non si è mai trovata alcuna prova, nemmeno negli scambi epistolari di Diana, esaminati e resi in parte pubblici dopo la sua morte. L’unica persona effettivamente informata dei fatti fu il medico che eseguì l’autopsia sul corpo della principessa, e che oggi ha rilasciato delle dichiarazioni destinate a mettere la parola fine (almeno in linea teorica) a tutte le speculazioni sul conto di Diana e del figlio con Dodi.
Richard Sheperd è un patologo a cui fu affidato il compito di eseguire l’autopsia sul corpo di Lady Diana. Il medico ha dichiarato che non esistono evidenze cliniche che potessero confermare la tesi della gravidanza di Diana.
Nonostante questo, i sostenitori della tesi del complotto e quindi del coinvolgimento indiretto della famiglia reale nella morte di Diana, non sono soddisfatti. Il patologo Richard Sheperd infatti, nel 1997, anno della morte di Diana e ovviamente della sua autopsia, lavorava presso il ministero degli Interni Britannico: per questo motivo poteva essere molto facilmente esposto all’influenza del governo e, indirettamente, della famiglia reale.
Elisabetta II avrebbe quindi potuto utilizzare i patologo per “coprire” l’operato della corona contro Diana.
Oltre alle dichiarazioni in merito allo stato di gravidanza di Lady Diana, Richard Sheperd ha affermato che la morte della principessa, così come quella di Dodi Al – Fayed e dell’autista dell’autovettura, avrebbe potuto essere facilmente evitata. Nessuno nell’automobile infatti indossava la cintura di sicurezza a parte la guardia del corpo che sedeva nel sediolino del passeggero accanto all’autista.
Nonostante il fatto che sia uscito dall’incidente gravemente ferito, l’uomo a cui era affidata la sicurezza della coppia è l’unico a essere sopravvissuto all’incidente.
Secondo il patologo, se Diana e Dodi avessero allacciato le cinture, se la sarebbero cavata con un occhio nero e forse con un braccio rotto, ma avrebbero potuto continuare a vivere ancora a lungo. Chissà se questa notizia indurrà qualcuno ad allacciare più spesso le cinture di sicurezza.