Le tenebre calarono sull’Isola dei Famosi, ma Cecchi Paone riaccese la speranza

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Mentre Tvblog intervista Simona Ventura (Tiè, almeno non mi accusate più di nefandezze reiterate nei vostri confronti) che straparla sul nuovo ruolo dell'Isola dei Famosi, straparla sui dati d'ascolto dei suoi due programmi, ma soprattutto straparla sull'orario di chiusura dell'Isola dei Famosi (io continuo a sperarci, ma una chiusura alle 23.45 sembra fantascienza.

A proposito, bella domanda.) ecco che qualcun altro ha pensato bene di intervistare Alessandro Cecchi Paone poco prima della partenza per l'Honduras, dove molti si augurano possa rimanere a lungo: disperso nella foresta, però.

Ed ecco che subito ci addentriamo nel lato comico di un personaggio che da quando ha dichiarato di essere gay si è eclissato nei meandri della tv. Ma non per colpa del sistema televisivo, piuttosto per una serie di scelte folli e avventate che ne hanno tracciato un declino inarrestabile; il cui punto d'arrivo è proprio la partecipazione all'Isola.

Vabbè, tutti lo sapete: Cecchi Paone è lì per ricrearsi una carriera, invece sentite come giustifica la sua presenza. 

Riporto alcune risposte di Cecchi Paone.

Non avrà accettato di andare sull’Isola perché il suo personaggio si sta appannando?
«Non posso dire che Simona Ventura e io siamo amici, perché non ci siamo mai frequentati. Però la considero un elemento di garanzia, di lei mi fido. Giudizio condiviso dalla mia ex moglie, che non compare mai in tv, ma che invece questa volta ha accettato di andare in studio, per sostenermi.

Dunque se la Ventura, Gori e Marano, sono venuti da me dicendomi: abbiamo bisogno di te, non ho motivo di dubitare di loro. Il mio personaggio non è appannato, e la mia posizione sui reality resta la stessa: negativa. Se però attraverso l’Isola potranno passare contenuti seri, mi ricrederò. Bisogna dare a tutti un’ultima chance, anche ai programmi».

Un reality che parla di cose serie: appunto, siamo seri. Non le sembra fantascienza?
«Vado a verificare di persona.

Il peggio che i reality potevano dare l’hanno dato. Adesso possono solo risalire, oppure chiudono. Io il mio ruolo ce l’ho».

Sarebbe? Quello del gay ufficiale ma serio contro il folkloristico Malgioglio?
«Il mio ruolo, discusso e accettato dalla Ventura e dagli autori, è quello di affermare la centralità della scienza. Io voglio dimostrare che la vita senza scienza e tecnologia è una schifezza. Che non c’è fascino nel bel tempo andato, che non è divertente non poter accendere il fuoco, che non possiamo combattere Tav e Ogm senza nemmeno sapere che cosa sono.

Voglio parlare di libertà della scienza e libertà delle persone omosessuali: libertà, di corpo e di spirito, osteggiate soprattutto in Italia».

Non riesco proprio a commentare queste argute risposte.
Lascio a voi l'arduo compito.