Liberi tutti, purchŠ quelli di sinistra siano brutti

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Non voglio farne un caso politico, poco importa l'appartenenza di Irene Pivetti all'uno o all'altro schieramento, voglio piuttosto parlare delle piccole tattiche televisive che si usano in campagna elettorale quando si è sotto par condicio; oltretutto tali accorgimenti vengono usati dall'una e dall'altra parte, quindi nessuno può dirsi "in grado di scagliare la prima pietra".

Ieri ho passato mezza giornata in continuo contatto con agenzie di stampa e siti dei quotidiani, per potervi tempestivamente informare su ciò che stava avvenendo a Mediaset. Mentre ero intento a controllare Dagospia, il sito di Roberto D'Agostino luogo di frequenti soffiate, ecco capitarmi sotto gli occhi una ghiotta notizia: "Gran malumore anche nella redazione di Liberi Tutti. Il diktat della Pivetti e' che per par condicio ci siano in studio anche i figuranti che tifano centrosinistra, ma devono essere brutti fisicamente in modo che il regista li inquadri meno e il pubblico a casa non subisca il loro appeal".

Liberi tutti è il talk show d'attualità condotto da Irene Pivetti su Retequattro, brutto e inutile come pochi e già multato dall'Authority per la puntata con Silvio Berlusconi.
Che bello sarebbe poter assistere di nascosto alle selezioni del pubblico: "Tu sì, tu no… mmh… tu no, sì tu vai benissimo…"
Tuttavia credo che la Pivetti stia comunque applicando le regole della par condicio: il pubblico di sinistra verrà pure ripreso poco, ma la Pivetti è inquadrata per tutta la trasmissione.