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“Lifefulness” è il nuovo libro scritto da Giuseppe Cloza, buddista praticante da più di 40 anni, che ci aiuta ad approcciarci al Buddismo attraverso i suoi racconti e le sue esperienze legate a questa pratica.
Lifefulness sta proprio ad indicare come il buddismo in realtà non è semplicemente una religione. è qualcosa di più. Il buddismo è una pratica di vita poichè coinvolge ogni aspetto della quotidianità della persona. Il Buddismo aiuta ad affrontare le cose con un’energia positiva che impari a tirare fuori da dentro. Dunque qualcosa che si ha dentro di se. Il buddismo aiuta infatti a conoscere meglio se stessi e ad individuare nella propria personalità le chiavi di svolta della propria vita.
Focalizzandomi in particolare sul Buddismo di Nichiren e Nam myoho renge kyo, Giuseppe Cloza nel suo libro cerca di illustrare un approccio concreto al Buddismo per vivere la pratica al meglio nelle azioni quotidiane che caratterizzano la propria giornata. Attraverso questa lettura si potranno scoprire gli effetti benefici della pratica buddista sul nostro corpo.
L’obiettivo del libro di Giuseppe Cloza è quello non soltanto di avvicinare al buddismo ma anche di far capire alle persone che nella vita non c’è nulla di irrimediabile.
Tutto si può risolvere, conferma Giuseppe. Dagli errori si riparte e tutto può sempre rinascere, stupendoci. Il Buddismo dà un’energia particolare che riesce a risollevare gli animi.
Lifefulness non è un libro per buddisti.
è un libro per chi non sa ancora di esserlo. Un libro per tutti che aiuti ad avvicinare più persone possibili alla pratica. Alla serenità di affrontare la vita con una leggerezza mentale nuova. Essere buddisti non è in contrasto con l’essere anche praticanti di altre religioni. Si può essere un cattolico praticante e praticare anche il Buddismo. Si può lavorare nella finanza come me e vivere secondo i precetti del Buddismo.
Avvicinarsi al Buddismo, dunque. Questo è l’invito che riserva Lifefulness ai lettori. Come?
Una delle cose più importanti che insegna il libro sul Buddismo è imparare a disimparare. Non si impara tutto con metodo, non si capisce tutto con schemi e lezioni. La vita si impara anche quando ci abbandoniamo, quando crediamo di non star imparando nulla. Quando siamo fuori dagli ambienti convenzionali deputati ad insegnarci “qualcosa”.
Un altro importante aspetto è imparare a comprendere quanto siamo funzionali e ricchi di qualità dentro di noi. Qualità che però spesso non sappiamo come sfruttare, o come far emergere. Imparare ad accettarci, ad ascoltarci a credere in noi stessi senza mai perdere la connessione con gli altri. Il Buddismo e in particolare, Nam myoho renge kyo, servono a riattivare questa connessione.
Il Nam myoho renge kyo è un mantra, una frase in cinese antico, “Daimoku del Sutra del Loto“, ovvero gli insegnamenti principali di Siddharta.
Nichiren Daishonin nel Medioevo sostenne che la recitazione di questa frase poteva racchiudere tutti i principi del Buddismo, per questo la si utilizza paradigmaticamente per identificare una pratica così complessa.
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