Argomenti trattati
La light therapy o fototerapia si ispira ai benefici che fisico e mente traggono dall’esposizione alla luce solare. Per questo è uno dei metodi impiegati per la cura della depressione.
Pare sia molto diffusa in Nord Europa, dove com’è noto, alcuni paesi soffrono della prolungata assenza della luce solare. Ma non occorre essere scandinavi per utilizzare questa terapia. Può infatti tornare molto utile anche per affrontare questo periodo caratterizzato dal cambio tra ora solare ed ora legale e dalla pandemia stessa, che ha costretto tutti noi a dimezzare il tempo trascorso fuori di casa e quindi a rinunciare, o quasi, alla luce naturale del sole.
Come funziona la light therapy
La light therapy consiste nell’espsosizione ad una luce filtrata ed artificiale con un’intensità pari a 10.000 lux priva di raggi ultravioletti, quindi non dannosa per la retina del nostro occhio e cosa da non sottovalutare, anche per la nostra pelle.
Ma come funziona il trattamento? In base alla somministrazione di alcuni test si decide la fascia oraria più adatta per la riuscita del trattamento. In generale comunque, si sfruttano le prime ore della mattinata. Per iniziare, bisogna sedersi ad una distanza di almeno 50 cm dalla luce stessa per una durata di 30 minuti. Durante il trattamento non è necessario fissare la lampada, si può quindi impiegare la mezzora dedicata alla light therapy, per leggere, studiare o disegnare, a seconda degli interessi. Per vedere i primi risultati, la fototerapia ha una durata di circa due settimane.
Depressione? Sì, ma non solo
Come dicevamo, la light therapy si basa sugli effetti che la luce solare ha sul nostro organismo. Effetti che vanno a regolare il ritmo sonno-veglia, inevitabilmente legato anche all’umore, che viene a sua volta stimolato dalla serotinina. Ma la fototerapia ha effetti anche sul ritmo della fame e addirittura sul desiderio sessuale.
Non solo depressione. La light therapy è molto utile anche per la cura di altri tipi di disturbi come quello dell’alimentazione e sembra essere d’aiuto anche durante la gravidanza e i primi mesi di maternità. Ovviamente sempre accompagnata dal parere di un esperto e dalla terapia da lui prescritta.