Lo Hobbit – La desolazione di Smaug trailer trama curiosità

Peter Jackson ancora una volta mette in scena draghi, hobbit, nani, elfi in un tripudio cinematografico avventuroso e carico di magia

Arriva per la gioia di tutti gli amanti del fantasy e dell’opera di J.R.R. Tolkien il secondo capitolo della trasposizione cinematografica de Lo Hobbit intitolato La desolazione di Smaug.

Peter Jackson, che nel frattempo ha già concluso le riprese del terzo e ultimo episodio, ripropone quindi un viaggio fantastico nella Terra di Mezzo, adattando fedelmente uno dei capisaldi della letteratura di genere, seppur con qualche concessione narrativa alle necessità del medium.

Nel film in uscita nelle sale domani ritroveremo il protagonista Bilbo Baggins (Martin Freeman), Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage), Gandalf (Ian McKellen) e l’eterogenea compagnia di nani diretti verso la conquista della Montagna Solitaria e di conseguenza il perduto Regno dei Nani di Erebor. Ad attenderli troveranno lo spaventoso drago Smaug (doppiato nella versione originale da Benedict Cumberbatch). Sul loro cammino verso Est incontreranno preziosi alleati quali gli elfi Legolas (Orlando Bloom) e Tauriel (Evangeline Lilly), l’umano Bard l’arciere (Luke Evans) e Beorn il cambia pelle, ma anche nemici insidiosi quali lo sciame di ragni giganti di Bosco Atro nonché Azog il Profanatore e la sua armata di orchi, emissari di quel male secolare che si sta risvegliando e che sceglierà come propria incarnazione Saruman il Bianco (Christopher Lee).

Qualche curiosità sparsa sulla lavorazione dell’opera di Jackson, ancora una volta filmata nello spettacolare formato dei 48 fotogrammi al secondo.

Sapevate per esempio che McKellen ha cercato (inutilmente) di far inserire al regista una scena in cui Gandalf estrae dal suo lungo cappello tutto l’accorrente per la colazione, come un novello Eta Beta? Oppure che l’elfa Tauriel è un personaggio appositamente creato per il film allo scopo di inserire una presenza femminile di rilievo e arrivare a un minutaggio decente per giustificare la tripartizione dell’opera complessiva?

O ancora che il dialogo-duello verbale tra Bilbo e il terrificante drago Smaug (che ha voce e movimenti di Cumberbacht, grazie alla tecnica dello stop-motion) è avvenuto in differita, dato che Freeman ha dovuto “reagire” alle tracce pre-registrate dal suo collega, diffuse a un volume frastornante proprio come se provenissero da una creatura gigantesca?

Dettagli, che però contribuiscono a rendere l’idea della grande cura con cui è stata confezionato questo vero e proprio atto di amore di Peter Jackson verso il suo nume tutelare Tolkien: una dichiarazione di affetto che sarà anche l’ultima, includendo il finale Andata e ritorno, a meno che il neozelandese non voglia adattare il Silmarillion

Scritto da Style24.it Unit

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