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Selvaggia Lucarelli ha scelto di postare un lungo e commovente post sul suo profilo Instagram per omaggiare la memoria di Maurizio Costanzo, scomparso venerdì 24 febbraio a 84 anni.
Da Sergio Mattarella a Giorgia Meloni, passando per Fabrizio Corona, Platinette o l’avvocato e amico di una vita Giorgio Assumma, solo per citarne alcuni. Di minuto in minuto, aumentano in modo esponenziale i messaggi di cordoglio volti a ricordare il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo.
Tra i tanti messaggi postati sui social per rendere omaggio a Costanzo c’è anche quello scritto da Selvaggia Lucarelli.
“Conoscevo poco Maurizio Costanzo, eppure lo conoscevo moltissimo, come tutti quelli della mia generazione. Quindi mi sono chiesta come gli sarebbe piaciuto essere raccontato”, ha scritto sul suo profilo Instagram.
“Ho scartato l’aneddotica perché a lui le storie piacevano un sacco ma non quelle che grondano melassa e come fai oggi a filtrare la melassa, qualcosa di appiccicaticcio lo scriverei senz’altro. La lista delle cose che ha fatto, dei personaggi che ha scoperto, l’ode al Costanzo show secondo me lo farebbero sbadigliare.
Voglio dire, quando nella tua vita hai intervistato qualcosa come 50.000 persone, la tua, di vita, non ti sembra più così tanto interessante. E poi a Costanzo le celebrazioni piacevano poco, uno dei suoi più grandi talenti era cambiare improvvisamente il registro delle conversazioni, sdrammatizzare, ridimensionare, individuare non il punto debole del conversatore, ma quello di forza, per amplificarlo”, ha detto l’opinionista e giurata di Ballando con le Stelle.
“Gli piacevano le persone timide e come tutti i grandi intervistatori, i timidi erano quelli da cui sapeva tirare fuori il meglio. Soprattutto, era autoironico. Incalzava gli altri come incalzava se stesso, sembrava di vederlo con la cartellina in mano pure quando rideva dei suoi lati fanciulleschi, dei suoi matrimoni, delle diete fallite, dei dolci nascosti nel porta occhiali, di Maria che lo cazziava.
Ecco, a Costanzo piacevano le piccole debolezze. Sue, di altri. Quelle che scoprono un po’, ma che non denudano. ‘Che mi fanno simpatia’, avrebbe detto”. Continua così il lungo post della Lucarelli.
“Quindi sono arrivata alla conclusione che a Maurizio Costanzo sarebbe piaciuto essere raccontato non scomodando le sue imprese, ma le piccole cose che hanno accarezzato la sua irrinunciabile quotidianità. Tra queste c’era l’amore per Filippo, il suo gatto.
E lui somigliava molto ai gatti. Ne aveva la complessità, la furbizia, la pigrizia alternata a picchi di energia metafisica, la generosità selettiva, il graffio facile. I gatti, soprattutto, sono curiosi. ‘La morte mi fa curiosità’, disse una volta. Che è un pensiero bellissimo con cui lasciare questo mondo. Vado di là a vedere se c’è qualcuno che ha una storia incredibile da raccontarmi. O un topo gigante da rincorrere. In ogni caso, avrò un bel po’ da fare.
Sipario”, ha concluso.