L’omicidio di Garlasco, Stefania Cappa, le interviste e il gioco “Scopri l’assassino di Chiara Poggi”

UPDATE 17:30 – E' arrivato a Garlasco. Ma come chi? Sì, proprio lui.

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No, non mi sono fissato sull'omicidio di Garlasco, il problema è che questa triste storia si lega direttamente alla televisione, che in questo periodo, oltretutto, offre emozioni dalla Magnitudo 10.5.

Lo avevo già fatto notare ieri, anche se oggi vorrei tornare sull'argomento con una riflessione sull'intervista rilasciata da Stefania Cappa, cugina di Chiara, nella quale si parla del famoso fotomontaggio e del memoriale della sorella Paola (la trovate più sotto).

Affascinante la tattica di Stefania: sputare sulla stampa attraverso la stampa. Insultare i giornalisti parlando con un giornalista, difendendo tuttavia la tv, che come ben sappiamo, almeno per un quarto d'ora, è entrata a far parte della sua vita e di quella della gemella Paola.

C'è chi, con un triste rituale da dibattito televisivo, sta pubblicando le sue personali indagini in Rete, alla maniera di Cluedo, senza rendersi troppo conto che non ci si trova di fronte ad un gioco. Anche se non me la sento di condannarli, stanno facendo sul web quello che noi facciamo in privato. Io a mia moglie ho detto chi è per me l'assassino. Lo avrete fatto anche voi, proprio come nel caso di Cogne.

La spettacolarizzazione della morte, quando non la si fa in tv, va "in onda" tra amici. Oppure su Internet, come in questo caso. La partecipazione degli utenti permette anche questo. In attesa di dare ampio share a Vespa e Mentana si inizia a spettegolare in Rete. Allora bisognerà essere sinceri: Vespa ha dato agli italiani quello che gli italiani volevano. Mentana lo ha inseguito.

Mentre vi parlo Skytg24 sta mandando in onda il talk-show sul giallo di Garlasco. Che la stagione dei dibattiti sugli omicidi abbia inizio. 

Qui sotto l'intervista a cui accennavo più sopra.

Allora, le diamo del lei, Stefania. Suo papà ha detto che siete state travisate, che l’articolo di Oggi è stato estorto. Ma che cosa abbiamo travisato?
«Tutto. Avete sfruttato i sentimenti e il nostro dolore. Avete raccolto maldicenze, cattiverie, avete sparato in mezzo. Ma come fa a chiedermi cosa avete travisato?».

Ah, lo so, qua santi non ce ne sono. Però, anche voi avete combinato un mucchio di pasticci. Non è vero che avete consegnato un curriculum per fare le giornaliste?
«Ma non è vero! Lo vede? Me lo facciano vedere questo curriculum. Io voglio fare l’avvocato, sto studiando legge».

E sua sorella?
«Mia sorella studia scienza delle comunicazioni allo Iulm, e scrive su un giornale, “L’informatore lomellino”. Hanno scritto che non è vero, che se l’era inventato. Invece, io le dò anche il nome del suo caporedattore, si chiama Giovanni Rossi. Paola tiene una rubrica dal titolo “Accadde oggi”».


Per questo ha scritto quell’articolo su «Oggi» in cui parlava della vittima, di sua cugina Chiara?
«Lei non ha scritto nessun articolo. Quella è un intervista che le hanno estorto. E abbiamo mandato due diffide per non farla pubblicare».

Cosa dicevano le diffide?
«Cosa dicevano non lo so. Le ha scritte l’avvocato. Però, so che le avevano parlato in un momento di sconforto, che certe cose non le ha dette».

Ma quel memoriale è firmato. Com’è possibile? Racconta anche com’è nata quella famosa foto dello scandalo. Dice che l’avete fatta una sera a Loano, e invece è soltanto un fotomontaggio…
«Ma quelle foto sono vere!»

Vere?
«Sono due foto diverse fatte durante una vacanza a Loano. Quella vacanza è mica inventata. Siamo stati da una nostra zia, se vuole le do il nome. Quella foto è la prova di come vi comportate. Sono state realmente scattate durante una vacanza che abbiamo fatto assieme a nostra cugina, sono ricordi a cui eravamo molte legate».

E il fotomontaggio, allora?
«Sì, era un montaggio che noi volevamo consegnare come atto d’amore a nostra cugina».

Non ho capito…
«La vacanza era vera. Abbiamo preso queste due foto e siamo andate a chiedere di montarle assieme. Era solo un gesto d’affetto, un atto di sensibilità».

Ma perché farvi riprendere dalle tv mentre la posavate davanti alla casa di Chiara?
«Non abbiamo chiesto noi di farci riprendere! Non potevamo mica saperlo!»

Però siete andate alla tv a parlare, e forse non era molto opportuno…
«Non potevano trasmetterla quell’intervista. Dovevano chiederci l’autorizzazione e gliel’avremmo negata. Mia sorella parlava del suo stato di salute, ha raccontato del tentato suicidio. Piangeva mentre lo diceva, ed era chiaramente disperata. Questo è approfittare di uno stato di debolezza».

Scusi, ma non è anche una forma di esibizione? Siete sicure di non aver sbagliato, di non aver fatto involontariamente dello sciacallaggio?
«Sciacallaggio? Sciacallaggio l’avete fatto voi! Ma con che faccia mi chiede questo? Vi siete comportati in maniera deontologicamente scorretta, e questo lo sapete bene. Prima di dare degli sciacalli agli altri guardate dentro la vostra coscienza. Mia sorella ha tentato il suicidio. Certo. E questo è un dato sensibile sul quale non si può scherzare. Ci sono dei limiti che voi non avete rispettato».

Forse anche voi avete fatto la stessa cosa. Non si rende conto che siete state quantomeno un po’ ingenue, che magari vi siete fatte travolgere dal vostro mito della tv?
«Ma quale mito! Voi siete stati un cataclisma. Avete creato una tragedia sulla tragedia».

La prima tragedia qual è?
«La morte di mia cugina».

E la seconda?
«Quello che avete fatto voi a noi. Perché avete inventato un mucchio di cose e avete accusato degli innocenti. Avete scritto che ci siamo inventate tutto e ci avete dipinto come due assassine. Si rende conto dell’orrore? Anche adesso, chissà cosa mi scrive lei…».

«Quello che mi ha detto. Tutto con il lei, tranquilla. Senta, ma cosa pensa adesso della tv dopo tutto quello che è successo?
«Io della televisione non penso male».

No, eh?
«Penso male di voi».

Scritto da Style24.it Unit

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