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Loredana Bertè a Che Tempo Che Fa ha dato ancora una volta spettacolo, perché non c’è nulla che dica la più graffiante rocker nostrana che non si trasformi in spettacolo.
Dalla storia personale, al dolore per la perdità dell’amatissima sorella Mimì fino alla propria vita artistica, la Berté non dimentica nulla e non ha timore di fare affermazioni forti.
Loredana Bertè è famosa per la sua personalità, per la sua voce inconfondibile e per essere stata la sorella di una delle più grandi e apprezzate interpreti della musica italiana: Mia Martini. Se però qualcuno dovesse chiedere alla Bertè in quale modo preferisce definirsi oggi, la cantante risponderebbe sicuramente che tra tutte le qualità che l’hanno portata a eccellere sulla scena musicale è il suo essere innovatrice.
A suo dire le star musicali della scena internazionale di oggi fanno sul palcoscenico quello che lei faceva già decenni fa, e che ancora oggi è pienamente valido e apprezzato dai fan. “Madonna e Lady Gaga mi copiano” ha detto senza mezzi termini durante l’intervista che Fabio Fazio le ha dedicato.
Naturalmente, riferendosi alla sua vita personale, la Berté non avrebbe mai potuto evitare di parlare di una delle persone a cui è stata più legata e per la quale vive ancora un grande senso di colpa: la sorella Mia Martini.
Mimì, come veniva affettuosamente chiamata in famiglia, era regolarmente vittima delle violenze del padre, esattamente come lo erano Loredana e la madre di entrambe. Addirittura, quando il corpo di Mimì fu adagiato nella bara, era coperto dai lividi che suo padre le lasciava.
“Se avessi preso un telefono forse le cose non sarebbero andate in questo modo” ha aggiunto Loredana con un enorme rimpianto, spiegando che in più di un’occasione Mimì aveva espresso il desiderio di regalarle un telefono cellulare in maniera da poter rimanere più facilmente in contatto durante i lunghi viaggi che tenevano perennamente la Berté lontana da casa.
Fedele al suo animo indipendente Loredana si era sempre rifiutata di farlo, e quindi non poté essere di conforto alla sorella nel momento più buio, quello che aveva preceduto il suicidio.
Un altro capitolo drammatico della movimentata vita della rocker è quello che ha riguardato il suo approccio con il sesso. Aveva soltanto 17 anni quando, nella sua ingenuità, Loredana accettò la corte di un uomo più vecchio, ricco e distinto, che le mandava fiori e la invitava a girare sulla sua Ferrari. Fu proprio quell’uomo ad approfittare di lei e a violentarla in un appartamento di Torino.
L’episodio fu traumatizzante non soltanto per la violenza in sé, ma anche perché il ricordo più netto che Loredana ancora conserva è quello del sangue, del moltissimo sangue che perse durante lo stupro. La cosa divenne talmente grave che fu trasportata d’urgenza all’ospedale e, com’era prevedibile, per i tre anni successivi non accettò la vicinanza di alcun uomo.