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Luca Tommassini è stato vittima di un attacco omofobo. Il coreografo, da sempre molto apprezzato, vanta un ampio seguito anche sui social ed è proprio nel mondo virtuale che ha voluto condividere quanto gli è successo. Qualche zucca vuota, chiamandolo “froc*o”, gli ha intimato di lasciare la sua abitazione romana.
Luca Tommassini: attacco omofobo
Luca Tommassini è stato preso di mira da qualche zucca vuota che ha provato ad intimidirlo. Il coreografo e direttore artistico di talent come Amici di Maria De Filippi e X Factor, ha trovato sul citofono della sua abitazione romana un foglietto con su scritto: “Froc*o vattene”. Luca, amareggiato per l’attacco omofobo, ha condiviso sui suoi social il messaggio ricevuto e ha scritto anche il suo pensiero in merito. Si legge: “Oggi è apparsa questa scritta sul citofono del mio palazzo, accanto ai miei due interni. Non sono sicuro al 100% sia per me ma un dubbio ce l’ho. In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro ‘froc*o’ a scuola e per strada. Mi è tornata la paura che avevo quando mia madre mi svegliava ogni mattina e pensavo che avrei dovuto affrontare da solo un’altra giornata passando per quella maledetta strada, davanti all’officina di mio padre che faceva finta di non vedermi. Si vergognava di me, non avevamo un rapporto ‘pubblico’ e in privato lo avevamo solo quando mi faceva provare a pronunciare la ‘s’ in modo corretto, offrendomi un premio in soldi, avevo la ‘s’ moscia e lui la odiava. Non ho parlato per anni durante la mia infanzia per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre”. Luca ha raccontato ai fan una parte della sua vita che in molti ignoravano. Tommassini ha avuto a che fare con un padre che non ha accettato la sua omosessualità e che non ha fatto altro che schernirlo. Fortunatamente, il coreografo ha avuto la madre dalla sua parte ma è stata proprio lei ad aver ricevuto il trattamento peggiore.
Il racconto di Luca
Luca ha proseuito: “L’ha picchiata spesso per ‘colpa’ mia, le diceva che ero ‘froc*o’ e le dava la colpa e le botte. Quando io e mia madre decidemmo di iscrivermi alla scuola di ballo sotto casa, lo facemmo di nascosto. Quando papà lo scoprì, ci fu una rissa a casa, tra le più brutte, in cui papà urlava a mamma che non dovevo più andare a studiare danza perché diventavo ‘froc*o’ e che finì con lui che ruppe una bottiglia di vetro sulla parete della cucina tenendo in mano il becco rotto cercando di colpire mamma e io che saltai dalla mia sedia mettendomi tra loro due evitando la tragedia… urlandogli in faccia ‘vattene’. Io non ho mai abbassato la testa e ho sempre continuato a ballare. Più avevo paura e più alzavo la musica”. Tommassini ha deciso di raccontare ai fan una parte importante della sua vita e ha anche spiegato che leggere quel messaggio omofobo attaccato al citifono della sua abitazione l’ha fatto tornare indietro nel tempo. Proprio per questo, il coreografo ha riprovato la stessa rabbia che lo assaliva quando era suo padre a chiamarlo in quel modo. Luca ha concluso: “Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni”, ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. ORA BASTA, non possiamo più rimanere in silenzio, siamo tutti sotto attacco, non importa a chi lo dicono io zitto non ci resto più!”. Speriamo che la denuncia di Luca porti all’individuazione del colpevole di questo stupido attacco omofobo e che lo stesso venga punito in modo esemplare.
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Un post condiviso da Luca Tommassini (@lucatommassinireal) in data: 21 Feb 2020 alle ore 10:10 PST