Argomenti trattati
Lucio Battisti è stato il simbolo musicale di un’epoca. La sua produzione musicale ha fatto cantare generazioni di italiani e ha consegnato alla storia la cosiddetta “musica leggera”, che oggi è stata inglobata nell’enorme calderone del pop. Personaggio schivo e riservatissimo, Lucio Battisti è diventato famoso grazie al sodalizio artistico con Mogol e si è ritirato gradualmente dalle scene dopo il matrimonio con Grazia Letizia Veronese. La morte improvvisa del cantante, il 9 Settembre 1998, provocò un’enorme commozione in tutta Italia.
La storia di Lucio Battisti
La passione per la musica e in particolar modo per la chitarra mise Lucio Battisti e suo padre l’uno contro l’altro in più di un’occasione. Alfiero Battisti, impiegato statale che avrebbe voluto vedere suo figlio almeno diplomato, secondo la leggenda sarebbe arrivato a rompere una chitarra sulla testa di Lucio durante un’accesa discussione. Alla fine il padre del futuro cantante ebbe la meglio e convinse il figlio a prendere il diploma, in cambio non lo avrebbe obbligato a fare la leva militare.
Il primo gruppo con cui Battisti mosse i primi passi nel mondo della musica professionale si chiamava I Mattatori ed era formato esclusivamente da napoletani: il giovane Lucio si trasferì da Roma a Napoli nel 1962 ma tornò a casa nel giro di pochi mesi non superando il distacco dalla famiglia e la solitudine.
Successivamente suonò con altri gruppi musicali e si trasferì a Milano al seguito de I Campioni. Da quel momento in poi Battisti vivrà il resto della sua vita in Lombardia. Il leader dei Campioni, Roby Matano fu il primo a intuire il talento di Lucio e il primo a incoraggiarlo a comporre canzoni.
L’incontro con Mogol e le critiche a Sanremo.
Nel 1966 Mogol e Battisti si incontrano per la prima volta dal momento che Lucio, consapevole di non essere bravissimo nella composizione di testi, era alla ricerca di un paroliere. Fu Mogol a convincere Battisti a cantare le proprie canzoni e il duo si cimentò nella partecipazione a Sanremo nel 1969 con il brano Un’Avventura.
In quell’occasione Battisti ricevette commenti terribili da parte dei critici, che lo definirono un pallone gonfiato e un dilettante con poco talento. Il commento peggiore fu quello di Natalia Aspesi, che definì la voce del cantante simile a “chiodi che gli stridono in gola”.
La carriera e il matrimonio
La storia della musica italiana dimostrò che la signora Aspesi non avrebbe potuto essere più in errore. Da quel momento in poi Lucio Battisti spiccò letteralmente il volo arrivando a pubblicare nel corso della sua carriera 20 album.
Il sodalizio con Mogol si interruppe nel 1982 per quelle che vennero definite genericamente “divergenze artistiche”, ma furono in molti a sospettare che dietro la decisione ci fosse lo zampino della moglie di Battisti, la quale per un breve periodo divenne la paroliera del marito.
Nel frattempo Battisti aveva rinunciato ai tour e aveva concesso sempre meno interviste (rifiutando addirittura quella con Enzo Biagi), preferendo esporsi sempre meno come interprete e “lasciar parlare solo la musica”. Nonostante questa scelta non si placarono le dicerie sul fatto che Battisti fosse politicamente vicino all’estrema destra: quella di “Battisti Fascista” è una delle leggende metropolitane più dure a morire della storia italiana.
Il mistero sulla morte
Lucio Battisti si spense a Roma il 9 Settembre 1998: quando morì era già ricoverato in ospedale da dieci giorni ma la famiglia si rifiutò di far trapelare notizie in merito al suo stato di salute. Addirittura, il bollettino medico non fu mai reso pubblico e si vociferò di un tumore o di un fulminante problema ai reni.
All’epoca Mogol gli scrisse una lettera, ma soltanto dieci anni dopo scoprì che Lucio aveva avuto modo di leggerla e che si era profondamente commosso per le parole del suo vecchio paroliere. Mogol fu una delle sole venti persone ammesse al funerale di Lucio Battisti, che si svolse a Molteno. Dieci anni dopo i suoi resti furono cremati.