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Alla sua morte sono stati numerosi gli artisti raccolti in suo onore, a dimostrazione dell’importanza che ha avuto nel corso del XX secolo. Scopriamo la storia del pittore italiano Luigi Amato.
Chi era Luigi Amato
Luigi Amato (Spezzano Albanese, 1º gennaio 1898 – Roma, 2 novembre 1961) è stato un pittore italiano. Viene cresciuto dal padre Francesco, rimasto vedovo quando il piccolo ha soli cinque anni, che lo porta con se nei cantieri edili. Proprio attraverso queste esperienze Luigi si appassiona al disegno e alla geometria, passione che ha modo di sviluppare iscrivendosi alla Regia Accademia di Belle Arti.
È costretto a interrompere gli studi quando viene chiamato alle armi nel 1916 ma riesce a riprendere una volta rientrato tre anni dopo. Dal conseguimento del diploma si dedica interamente alla pittura privilegiando sopratutto i ritratti. Esordisce nel 1920 quando propone la sua prima mostra agli abitandi di Spezzano Albanese presso il Circolo Formazione e Cultura.
L’esordio artistico di Luigi Amato
Nel giro di poco tempo il suo talento viene riconosciuto e così l’artista entra a far parte della nota “Associazione Artistica Internazionale di Roma”. Ha modo qui di partecipare all’ “Esposizione del Ritratto” di cui si scrive:
“ […] Il ritratto della Vittoriana è un pastello pregevolissimo per freschezza e somiglianza ed è stato oggetto di lodi e congratulazioni. Il giovane pittore Luigi Amato è un ritrattista già apprezzato dalla critica e dal pubblico, al quale è riservato il più lusinghiero avvenire.”
Grazie all’amico Trilussa decide, nel 1925, di organizzare la sua prima personale e ottiene grandissimo successo sia tra il pubblico che tra i critici. Nel giro di pochi anni la sua fama raggiunge anche la Regina Elena d’Italia la quale sceglie lui per farsi fare un ritratto.
I traguardi di Luigi Amato nel mondo dell’arte
Oltre al successo in Italia arriva per Amato anche quello in Inghilterra e in Francia. Si trasferisce a Londra nel 1938 e qui espone in gallerie note prima come esterno, per essere poi invitato a diventare socio effettivo. Nello stesso anno decide poi di spostarsi a Parigi e qui prende parte a “151° Exposition Officielle des Beaux-Arts” presso il Grand Palais des Champs Élysées con lo splendido pastello “Piccola Calabrese”.
Nel 1948 si trasferisce poi in via definitiva a Capri e qui continua la sua produzione artistica intorno ad amici e colleghi. Dieci anni dopo ha l’opportunità di esporre alla Biennale di Venezia ottenendo grandissimo successo, ma creando anche polemiche intorno al tema dell’astrattismo.