Ex prima ministra e candidata dell’opposizione europeista, Maia Sandu ha vinto le elezioni ed è da poco diventata la prima presidente donna della Moldavia. Battendo lo sfidante al ballottaggio, Igor Dodon, la Sandu guiderà il Paese con le promesse di combattere la corruzione e di attuare le riforme di cui la Moldavia necessita da anni.
Chi è Maia Sandu
Classe 1972, Maia Sandu è originaria di un piccolo villaggio nel distretto di Fălești. Nell’1989 si iscrive all’Accademia degli Studi di Economia della Moldavia (ASEM) per studiare management, e nel 1998, si laurea in relazioni internazionali all’Accademia della pubblica Amministrazione (AAP) a Chișinău. Nel 2010 prende una seconda laurea alla John F. Kennedy School of Government alla Harvard University.
Il 2010 è anche l’anno dell’inizio della carriera di Sandu. Diventa consigliere del Direttore Esecutivo presso la Banca Mondiale a Washington e nel 2012 rientra in Moldavia per intraprendere la sua carriera politica. Fino al 2015, durante il governo dal Partito Democratico Moldavo (PDM), Maia Sandu è ministro della Pubblica Istruzione e poco dopo fonda la sua lista civica chiamata “În pas cu Maia Sandu” (In cammino con Maia Sandu) che poi diventerà un partito politico chiamato Partito di Azione e Solidarietà. Il suo partito di presenta come un punto di riferimento europeista e un’alternativa ai partiti filorussi.
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Nel 2016 la Sandu si era già candidata alle elezioni presidenziali ma aveva perso per pochi voti, tanto che si è parlato di brogli elettorali. Nel 2019, alle elezioni parlamentari, aveva avuto un buon risultato ed era diventata prima ministra mentre, il suo vecchio sfidante Igor Dodon, presidente. La sua permanenza al potere era durata poco: cinque mesi dopo è stata sfiduciata da un colpo deciso da Dodon con i socialisti.
Maia Sandu si è presa la sua rivincita contro Igor Dodon pochi giorni fa, battendolo al ballottaggio per le presidenziali con il 56% delle preferenze. Tra i punti cardine sostenuti dal suo partito, l’avvicinamento all’Unione Europea e l’attuazione delle principali riforme di cui ha bisogno il paese, uno dei più poveri d’Europa, e in cui circa un terzo della popolazione vive all’estero. Da anni la Moldavia era guidata dal Partito Socialista, filorusso, e dal Partito Democratico Moldavo (PDM), accusato di corruzione. I due partiti si erano spartiti il potere bloccando tutte quelle risorse di cui il Paese aveva bisogno.
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