Insieme a Martin Luther King, Malcom X è probabilmente l’attivista per i diritti umani e per la popolazione afoamericana più conosciuti al mondo.
Malcom X
Malcom X, all’anagrafe Malcolm Little, negli Stati Uniti d’America, il 19 maggio 1925. Il padre, un predicatore battista, muore in seguito ad un incidente stradale ma che probabilmente nasconde un agguato di un gruppo razzista del luogo che sosteneva la supremazia bianca. La madre, già perseguitata per le sue radici interrazziali, essendo figlia di un uomo bianco che aveva stuprato sua madre, ha un crollo nervoso e viene rinchiusa in un istituto psichiatrico. Avendo presto abbandonato la scuola nonostante la sua aspirazione a diventare avvocato, Malcom X inizia a rubare e spacciare e viene persino arrestato.
Nel 1946, durante la detenzione in carcere, si avvicina al movimento afroamericano NOI (Nation of Islam): inizia quindi a studiare e nel 1952 viene scarcerato con libertà vigilata per buona condotta. Siamo negli anni Cinquanta, in piena Guerra fredda quindi Malcom X, autodefinitosi comunista, veniva costantemente controllato dal governo americano. Diventa quindi il braccio destro di Elijah Muhammad, capo della NOI e apre numerosi templi per afroamericani musulmani: proprio grazie a Malcom X si converte anche il famoso pugile Muhammad Alì.
Diventa sempre più popolare nella sua lotta ai diritti degli afroamericani, fino a distaccarsi dalla NOI e fondare un proprio movimento. In seguito ad un viaggio in Arabia Saudita, Malcom X diventa arduo sostenitore dei diritti umani, a prescindere del colore della pelle. Condanna quindi le sue precedenti affermazioni discriminatorie nei confronti dei bianchi.
La morte
Nel 1965, dopo esser scampato insieme alla sua famiglia ad un attentato con della dinamite, Malcom X muore durante un suo discorso per sette colpi di pistola. L’attivista aveva solamente 39 anni. In seguito si è scoperto che i mandanti e gli attori dell’omicidio erano nient’altro che i suoi ex compagni della NOI.
Uno dei discorsi più famosi di Malcom X, intitolato La scheda o il fucile recita queste parole e riassume bene le idee politiche dell’attivista:
Non sono venuto qui per discutere di ciò che ci divide perché è tempo di cancellare i nostri disaccordi e di renderci conto che abbiamo tutti lo stesso problema, un problema comune, un problema che vi costringerà a vivere in questo inferno sia che siate battisti, metodisti, musulmani, o nazionalisti. Non importa se siete colti o analfabeti, se abitate in zone eleganti o nel ghetto, siete anche voi in questo inferno, proprio come me. Siamo tutti nelle stesse condizioni e tutti dovremo vivere nello stesso inferno che ha organizzato per noi lo stesso uomo. Quell’uomo è il bianco e tutti noi abbiamo sofferto qui, in questo paese, l’oppressione politica, lo sfruttamento economico, la degradazione sociale ad opera dell’uomo bianco. Il dire queste cose non significa che siamo contro i bianchi come tali, ma contro lo sfruttamento, contro la degradazione e contro l’oppressione.