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A quanti non è mai successo di svegliarsi nel cuore della notte con una fame da lupi? Qualcuno, magari, ha ceduto e si è concesso uno spuntino, mentre altri hanno resistito fino al momento della colazione. A prescindere dalla vostra risposta al senso di fame, la domanda è una: mangiare nelle ore notturne fa male? Gli esperti non hanno alcun dubbio.
Mangiare di notte fa male?
Mangiare di notte è un’abitudine che hanno in molti. Qualcuno lo fa perché lavora su turni e non ha scelta, mentre altri perché non riescono a gestire il senso di fame. A prescindere dalla vostra reazione davanti all’improvvisa voglia di aprire la dispensa nel cuore della notte, la domanda che tutti si porgono è una: mangiare di notte fa male? Gli esperti non hanno alcun dubbio: le ore notturne sono fatte per dormire e non per consumare schifezze come se non ci fosse un domani.
Uno studio recente, condotto su 119 ragazzi di 12 anni all’interno di un campo scuola estivo, ha portato ad un risultato che merita attenzione. Quanti si concedono uno spuntino nel cuore della notte rischiano di consumare maggiormente cibo spazzatura. Come se non bastasse, potrebbero sviluppare patologie come diabete e malattie cardiovascolari. Infine, quando si dorme poco, si crea uno squilibrio ormonale e non si dà all’organismo ciò di cui ha davvero bisogno, ovvero il riposo.
Il parere degli esperti
La Dottoressa Paola Genovese, Medico specialista in Scienza dell’Alimentazione del Centro di Cura della Grave Obesità presso ICLAS di Rapallo (Genova), ha dichiarato:
“Mantenere la puntualità dei pasti, laddove possibile, è importante per la prevenzione dell’obesità, del diabete e delle malattie cardiovascolari. Il fatto che il corpo non riesca a gestire correttamente i nutrienti immessi consumati fuori dagli orari abituali dipende dal cosiddetto ritmo circadiano, una sorta di orologio biologico sulla base del quale sono programmate le funzioni vitali delle cellule e quindi dell’intero organismo umano. La notte è il momento del riposo e il corpo frena. Inoltre, mangiare nelle ore notturne, compromette l’appetito per la colazione e il pranzo, andando a innestare un circolo vizioso di comportamenti che vanno contro il nostro stesso orologio biologico”.
Ovviamente, quando la fame notturna è sporadica e collegata a situazioni stressanti, non c’è nulla di preoccupante. Quando, però, l’abitudine è costante potrebbe esserci una vera e propria patologia ed è necessario parlarne con il proprio medico. La Dottoressa Genovese ha spiegato:
“Si tratta della sindrome chiamata Night Eating Syndrome (alimentazione incontrollata notturna) che ha origine psicologica e si lega a disturbi dell’alimentazione, del sonno e dell’umore. Quando se ne soffre si tende a mangiare eccessivamente e in modo compulsivo, anche come compensazione del fatto che non si riesce a prendere sonno. Gli spuntini, infatti, non sono dovuti davvero a un senso di fame, ma più frequentemente all’umore. L’appetito tende poi a diminuire durante il giorno, per ripresentarsi solo nella fascia pomeridiana, andando contro il ritmo naturale del corpo. A soffrirne possono essere non solo persone che soffrono già di obesità anche se, come detto, c’è una stretta correlazione tra il mangiare di notte e il sovrappeso, ma possono essere anche persone che definiamo normopeso”.
Insomma, la notte è fatta per tuffarsi tra le braccia di Morfeo e non per abbuffarsi come se non ci fosse un domani.