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Marco Carta potrebbe essere coinvolto direttamente nel furto a cui più volte ha affermato di non aver preso parte.
L’episodio risale al primo Giugno scorso e da allora il cantante ha sempre fatto ricadere tutte le colpe sulla donna che era con lui. Le nuove prove acquisite in questi giorni però potrebbero raccontare una storia completamente differente rispetto a quella sostenuta dall’artista.
Il primo Giugno 2019 Marco Carta si trovava in un centralissimo store di Milano de La Rinascente. Il cantante era in compagnia di una donna di circa cinquantatré anni di origine sarda, Fabiana Muscas: proprio nella borsa della donna furono ritrovate sei magliette da uomo dalle quali erano state rimosse le placche antifurto.
La refurtiva conteneva un altro sistema antifurto praticamente invisibile nascosto all’interno del tessuto e, dal momento che quello non era stato eliminato, il sistema antifurto de La Rinascente fece scattare l’allarme nel momento in cui la donna tentò di uscire dallo store.
All’interno della borsa della donna fu ritrovato anche il cacciavite con cui le placche antifurto erano state rimosse dalla refurtiva, mentre le placche stesse furono rintracciate nel cestino dei rifiuti del bagno degli uomini.
Un addetto alla sicurezza in borghese che stava lavorando nello store al momento del furto, ha affermato di aver seguito con la massima attenzione i movimenti di Marco Carta e fornì una testimonianza che “incastrava” il cantante come complice attivo del furto.
In queste ore è emerso che il sistema di videosorveglianza de La Rinascente ha registrato alcuni video che potrebbero essere utilizzati come nuove prove a carico di Marco Carta e che saranno presentate durante l’udienza del processo, prevista per il prossimo 20 Settembre.
Oltre a questo, sarebbero spuntate anche testimonianze di altri addetti alla sicurezza, che si andrebbero ad aggiungere a quella già molto dettagliata, dell’uomo che ha seguito tutti i movimenti di Marco Carta tra il camerino e il bagno degli uomini.
Marco Carta e la donna che era con lui vennero immediatamente fermati e interrogati, quindi il cantante fu messo agli arresti domiciliari per una manciata di ore e poi rilasciato per mancanza di prove a suo carico mentre la refurtiva contenuta nella borsa della donna rappresentava un aggravante non da poco.
Proprio facendo leva sul fatto che la refurtiva non fosse stata trovata addosso a lui, Marco Carta ha sempre affermato di essere estraneo ai fatti e di non avere la minima idea di cosa stesse architettando la donna.
D’altra parte però il padre della signora affermò apertamente che Carta era perfettamente a conoscenza di tutto e che sua figlia aveva deciso di prendersi tutte le colpe per proteggere il cantante di cui, probabilmente, era invaghita.
Il Caso Carta comincia a essere sempre più intricato, ma comincia anche a essere chiaro che le prove a carico del cantante siano troppe per essere archiviate con una semplice negazione di responsabilità. Almeno finora sembra che il furto non avrebbe mai potuto essere portato a compimento senza che il cantante avesse agito in maniera attiva e soprattutto coordinata con la Muscas.