Argomenti trattati
Marco Carta rischia di dover trascorrere otto mesi in carcere: è la pena che ha chiesto per lui il pubblico ministero che si sta occupando dell’accusa nel processo a carico del cantante.
La difesa continua a chiedere l’assoluzione piena e afferma che i video registrati dalle telecamere di sorveglianza non provano nulla.
Lo scorso 1 Maggio Marco Carta, insieme all’infermiera cinquantaduenne Fabiana Muscas si è recato nella Rinascente di Milano e ha tentato di sottrarre refurtiva del valore complessivo di milleduecento Euro.
Questa versione dei fatti è quella sostenuta dall’accusa, le cui affermazioni si sono basate sulla testimonianza degli addetti alla sicurezza del punto vendita nonché sulle registrazioni delle telecamere di sorveglianza.
Nell’udienza che si è tenuta stamattina gli avvocati difensori di Marco Carta hanno sostenuto che le registrazioni delle telecamere non provano in maniera inconfutabile che il cantante abbia commesso il furto e che, al contrario, la signora Muscas sia entrata più volte nel camerino.
Inoltre i sei dischetti antitaccheggio che sono stati rinvenuti nel bagno degli uomini, secondo la difesa sono troppo ingombranti per essere trasportati nelle tasche di un paio di jeans aderenti come quelli indossati da Marco Carta che, secondo questa teoria, verrebbe scagionato anche dall’accusa di complicità nel furto.
Nonostante le affermazioni della difesa il pubblico ministero Nicola Rossato ha chiesto ben otto mesi di carcere e 400 Euro di sanzione pecuniaria a carico del cantante.
Il cantante è stato assolto da ogni accusa, nonostante i numerosi indizi a suo carico. Dal momento che il cantante non era presente in aula nemmeno stavolta, come nelle precedenti udienze del processo, ha ricevuto la comunicazione ufficiale tramite una telefonata del suo legale e le sue prime parole sono state di grande sollievo: “Oddio grazie!”
Nell’udienza che ha preceduto quella odierna il giudice aveva stralciato il procedimento giudiziario a carico dell’infermiera Fabiana Muscas, la quale aveva fatto richiesta di svolgere lavori di pubblica utilità in un’associazione operante in Sardegna che si occupa di assistere le donne vittima di violenza.
Il giudice si pronuncerà in via definitiva su questa richiesta durante la prossima udienza del processo, prevista per il prossimo 17 Dicembre.
Anche se Marco Carta venisse assolto definitivamente da ogni accusa, il cantante ha subito un enorme danno di immagine dalla vicenda che lo sta perseguitando dalla scorsa primavera.
Sono in molti a credere che l’uomo abbia indotto la donna a portare a termine il colpo, anche se c’è effettivamente la possibilità che Carta non abbia commesso direttamente il furto.
Le sei magliette rubate sono infatti state trovate dalla sicurezza de La Rinascente nella borsa della signora Muscas, insieme a un cacciavite di piccole dimensioni necessario a rimuovere l’antitaccheggio senza danneggiare i capi d’abbigliamento.
Secondo la testimonianza del padre di Fabiana Muscas la donna avrebbe avuto una vera e propria venerazione per Marco Carta e sarebbe stata convinta da quest’ultimo non solo a eseguire il furto ma anche a farsi carico di gran parte della colpa. Il padre della Muscas sarebbe entrato in possesso di queste informazioni a seguito di una telefonata di Fabiana, alla quale è stato concesso di comunicare con la famiglia appena dopo il fermo da parte delle forze dell’ordine.
Questa versione, naturalmente, è stata osteggiata dalla difesa di Marco Carta.