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Marco Carta dichiara non soltanto completamente estraneo ai fatti, ma anche e soprattutto molto tranquillo in merito all’evoluzione del procedimento legale che è stato intentato a suo carico. A preoccuparlo maggiormente? Soltanto le critiche.
Marco Carta: “Ora sono sereno”
E’ stato arrestato, almeno sulla carta, ma non è mai finito in cella: Marco Carta ci tiene a specificare questo dettaglio. Proprio il fatto che nei confronti del cantante sia stato messo in atto un “trattamento di favore” ha fatto sì che si moltiplicassero intorno alla vicenda le critiche contro il cantante.
Tra le altre notizie – a oggi non ancora confermate – è arrivata quella secondo la quale la procura di Milano avrebbe impugnato il ricorso contro la mancata convalida dell’arresto. Stando a quanto ha affermato Carta, naturalmente in continuo contatto con i suoi legali, non sono arrivate notifiche e, quindi, non ci dovrebbero essere ulteriori problemi fino al processo.
Il processo, quindi si terrà come previsto nei prossimi mesi (per la precisione a Settembre) e il cantante in questo momento non vede l’ora di essere chiamato in aula a testimoniare. Sarà l’occasione, sostiene Carta, di dimostrare una volta e per sempre la sua totale estraneità ai fatti.
Tra le altre cose, Carta ha dovuto attendere l’autorizzazione del giudice prima di parlare pubblicamente di determinati argomenti, autorizzazione che è stata prima rilasciata e poi ritirata dal magistrato. Ne consegue che, secondo la sua versione, attualmente il cantante si trova nella paradossale situazione di essere certo della propria innocenza senza poter dichiarare perché.
Le incongruenze nella versione di Marco Carta
Nonostante il fatto che il cantante continui ad annunciare ai quattro venti la propria innocenza, a suo carico ci sono ancora la testimonianza dell’agente di sorveglianza e, probabilmente (ma non si può dire con certezza) quella del padre dell’infermiera che era con il cantante al momento del furto.
La donna, che secondo la versione di Carta sarebbe l’unica colpevole, portava le famose sei magliette nella propria borsa nel momento in cui la sicurezza de La Rinascente ha eseguito i controlli, quindi è a oggi l’imputato principale. Il padre della donna ha però dichiarato che Fabiana Muscas ha collaborato attivamente al furto ma si è addossata la totalità delle colpe solo per proteggere Marco Carta.
Oltre a questo, dallo store sono state sottratte sei costosissime magliette da uomo, i cui sigilli antitaccheggio sono stati ritrovati nel bagno maschile dello store, dove secondo la testimonianza dell’agente di sorveglianza, Marco Carta li avrebbe lasciati dopo averli rimossi.
Il furto come strategia pubblicitaria?
E’ circolata in queste settimane l’ipotesi che il furto avvenuto a La Rinascente fosse soltanto una sorta di trovata pubblicitaria per aumentare la visibilità del cantante nel momento in cui è prossima l’uscita del suo nuovo disco, Bagagli Leggeri.
Stando alle dichiarazioni del cantante, non ci sarebbe niente più lontano dalla realtà: le conseguenze negative per la sua immagine sono infatti molto gravi e di certo non compensate da un ritorno pubblicitario adeguato. Addirittura i commenti negativi che ha ricevuto sui social gli hanno provocato uno stress maggiore delle potenziali conseguenze del processo.