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Mario Mieli è considerato uno dei fondatori del movimento omosessuale in Italia. Attivista e scrittore italiano, tra le opere si ricorda “Elementi di critica omosessuale”, saggio pubblicato nel 1977. La sua vita è raccontata nel film Gli anni amari, di Andrea Adriatico. Chi era Mario Mieli?
Chi era Mario Mieli: tutto sulla vita dell’attivista omosessuale
Mario Mieli è nato e cresciuto a Milano. Il suo nome appare tra gli uomini di punta dell’attivismo omosessuale italiano, di cui è considerato uno dei massimi teorici.
Nacque a Milano il 21 maggio 1952, penultimo dei sette figli di Walter Mieli e di Liderica Salina. Il padre era ebreo e viveva nel capoluogo Lombardo dagli anni 20: qui aveva fondato una redditizia azienda di tessuti, tra le più importanti nella lavorazione della seta. La madre, milanese, era un’insegnante di lingue.
Il giovane Mario frequentò a Milano il liceo classico Giuseppe Parini, insieme alla sorella minore Paola con la quelle fu sempre in ottimi rapporti. Già negli anni dell’adolescenza aveva dichiarato la sua omosessualità. Secondo quanto testimoniato dal compagno Milo De Angelis, nel 1969 diede vita a un circolo di poesia, presto punto di incontro per gli omosessuali milanesi. Fin da ragazzo partecipò come attivista nella contestazione. Questo periodo della sua vita sarà poi evocato in una delle sue opere “Il risveglio dei faraoni”.
La fondazione del movimento di liberazione omosessuale
Dopo essere stato esonerato dal servizio militare a causa della sua miopia, si trasferì a Londra. Qui perfezionò il suo inglese e prese parte al “Gay Liberation Front” entrando in contatto con l’attivismo omosessuale più intenso. Una volta tornato in Italia decise di fondare, insieme all’amico Angelo Pezzana, Fuori!, prima associazione italiana del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Quando, però, l’organizzazione si legò al Partito Radicale, Mario e tutta la cellula milanese dell’associazione si staccarono da Fuori!. Mieli decise di fondare a Milano i Collettivi Omosessuali Milanesi.
La sua tesi di laurea in filosofi morale venne pubblicata nel 1977 da Einaudi, con il titolo di “Elementi di critica omosessuale”. Questo saggio divenne un vero e proprio capo saldo delle teorie di genere in Italia. Fu tradotto in inglese e venduto anche all’estero e in spagnolo.
Contro le categorie di genere
Mario Mieli fu tra i primi a contestare apertamente le categorie di genere. Lo faceva nei suoi saggi, ma anche attraverso il suo abbigliamento spesso femminile e, soprattutto, con il teatro. Nei suoi spettacoli dava volutamente scandalo utilizzando ruoli per portare avanti la propria battaglia.
Nel corso della sua vita volle più volte superare i limiti, facendo uso di droghe e dedicandosi a pratiche estreme come la coprofagia.
Nel 1974 fu arrestato a Londra, quando seminudo e in preda a una crisi psichica, fu fermato nell’aeroporto di Heathrow, in cerca di un poliziotto con cui avere un rapporto sessuale. Venne incarcerato e poi ricoverato al Marlborough Day hospital. Ricondotto a Milano, fu ricoverato in una clinica psichiatrica.
Il suicidio
Negli ultimi anni di vita si dedicò all’esoterismo e all’alchimia, abbastanza isolato dal resto del movimento omosessuale. Lavorò all’opera “Il risveglio dei faraoni”, pubblicato postumo nel 1994 anche a causa del padre che ne impedì la pubblicazione perché la riteneva un’opera troppo autobiografica e lesiva dell’onore famigliare.
Mario morì suicida infilando la testa nel forno della sua abitazione di Milano nel 1983 all’età di soli 30 anni, dopo un lungo periodo di depressione.