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Mario Monicelli è stato uno dei più importanti registi e sceneggiatori del panorama cinematografico italiano e mondiale. Massimo esponente della commedia all’italiana, durante la sua carriera registica ha ricevuto molti riconoscimenti.
Mario Monicelli
Nacque il 16 maggio 1915 a Roma, restando nella capitale fino al termine delle elementari per poi spostarsi con la famiglia a Viareggio. Monicelli si trasferì Milano, dove frequentò l’università e contemporaneamente lavorò come critico cinematografico nel giornale “Camminare”, di cui era fondatore. Tornato a Pisa, termina gli studi di Lettere e nel 1934 realizza il suo primo cortometraggio “Cuore rivelatore” e l’anno seguente realizza “I ragazzi di via Paal” che, inviato al festival di Venezia, vinse il primo premio e ottenne l’opportunità di lavorare nella produzione di un film.
Iniziò a lavorare nel cinema come assistente in alcuni film di successo, tra cui “I fratelli Castiglioni” e “Lo squadrone bianco”. Durante il 1937, con lo pseudonimo Michele Badiek, dirige il film amatoriale “Pioggia d’estate“. Realizzò la sceneggiatura di “Aquila Nera”, in coppia con Steno con cui realizzò, tra il 1952 e il 1953, diverse commedie, come “Guardie e ladri” premiato al Festival di Cannes nella categoria migliore sceneggiatura. Il regista si avvicinò al genere che poi lo rese famoso in tutto il mondo: la commedia all’italiana, realizzando i film capolavoro “I soliti ignoti” e “La grande guerra”.
Durante gli anni ’60 Monicelli si concentra su pellicole cinematografiche di rilievo e su film ad episodi: “Boccacio ’70”, “Capriccio all’italiana” e “L’armata Brancaleone”. Il regista, sempre più affermato nel panorama cinematografico italiano, è tra i più famosi e i più premiati del periodo. Tra gli anni ’80 e ’90, Monicelli inizia ad esaltare la figura femminile, ottenendo molti consensi della critica e del pubblico con il film “Speriamo che sia femmina”.
Si impegnò anche come regista teatrale e televisivo, dirigendo un paio di miniserie. Nonostante l’età avanzata Monicelli continuò ad impegnarsi nella regia e nel 2006 realizzò il suo ultimo film “Le rose del deserto”. Durante il 2010 prende parte, stavolta come attore, nel film “L’ultima zingarata” omaggio al suo film “Amici miei”.
Il regista, malato di cancro alla prostata, la sera del 29 novembre 2010, all’età di 95 anni, si tolse la vita buttandosi dal balcone della sua stanza al quinto piano dell’ospedale di Roma dove era ricoverato.
Vita privata
Uno degli avvenimenti che ha sconvolto la vita del regista è stata la morte del padre Tomaso Monicelli, affermato giornalista e scrittore antifascista, che durante il 1946, anno di esordi di Mario Monicelli, si suicidò.
La vita sentimentale del regista è sempre venuta dopo il suo amore per il cinema. Negli anni ’60 ufficializzò la sua relazione con Antonella Salerni, che diventò poi sua moglie e madre delle due figlie Ottavia e Martina. Dopo il divorzio, nel 1978 incontrò Chiara Rapaccini, appena maggiorenne, con cui restò per oltre 30 anni. Dal secondo matrimonio è nata la figlia Rosa, quando il regista aveva 79 anni.
Premi
Il regista Mario Monicelli è stato tra i più importanti registi italiano, affermato non solo a livello nazionale ma anche internazionale, ottenendo molti premi e diverse nomination. Dopo aver vinto nel 1935 il primo premio al festival di Venezia, ottenne per altre due volte il Leone d’oro. Vinse per cinque volte il David di Donatello come miglior regista, e nel 2005 ottenne il David alla carriera. Inoltre fu premiato con sei Nastro d’Argento, di cui uno come regista per il miglior film. Dal punto di vista internazionale, al Festival di Berlino, ottenne per tre volte il premio come miglior regista e una volta per la migliore sceneggiatura. Inoltre ricevette per ben due volte la nomination agli Oscar, per la migliore sceneggiatura originale per “I compagni” e “Casanova ’70”
Curiosità
Il regista venne arruolato nella cavalleria dal 1940 al 1943, e durante il lavoro di assistente è stato anche segretario dell’attrice Maria Mercader, moglie di Vittorio De Sica. Mario Monicelli ha scoperto e lavorato con volti femminili importanti del cinema italiano, come Stefania Sandrelli, Ornella Muti e Laura Morante. Il regista ha scoperto anche le capacità non solo drammatiche ma anche comiche di Alberto Sordi e Vittorio Gassman, attori di riferimento nei suoi film.