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Con una lunga carriera alle spalle e la creazione di una scuola di danza che ha visto passare i migliori ballerini del secolo scorso, ecco la storia di Martha Graham, ballerina e coreografa.
Martha Graham (Pittsburgh, 11 maggio 1894 – New York, 1º aprile 1991) è stata una ballerina e coreografa statunitense. Cresce in una famiglia agiata in California e durante la sua adolescenza scopre l’amore per la danza. Proprio durante una rappresentazione teatrale capisce di voler diventare una ballerina e inizia a intraprendere questo percorso.
Tra il 1913 e il 1920 studia danza e si avvicina anche al mondo del teatro studiando nella Denishawn. Una volta concluso il suo percorso si trasferisce a New York. Qui insegna alla Eastman School of Rochester e debutta nel 1926 con numerose coreografie realizzate proprio da lei.
Decide nel 1927 di aprire la Martha Graham School of Contemporary Dance dove realizza coreografie ispirate a numerosi temi sociali e maturando una tecnica distintiva.
Con l’inizio del decennio successivo si rende nota con creazioni come “Lamentation” o “Deep Song”. Verso la fine introduce nella sua compagnia, fino ad allora esclusivamente femminile, anche degli uomini.
Negli anni ’40 inizia a portare i suoi ragazzi in tournée per tutti gli Stati Uniti. Li fa esibire con alcune delle sue coreografie più famose tra cui “El Penitente” o “Appalachian Spring”. I suoi progetti continuano a realizzarsi fino agli anni ’70 quando si esibisce per l’ultima volta ed è costretta ad abbandonare la danza per via della depressione.
Il suo impegno nel mondo della danza viene riconosciuto con la Medaglia presidenziale della libertà, un premio che è stato assegnato a numerosi geni di ambiti diversi come John Steinbeck per la letteratura o Neil Armstrong per la scienza.
Anche senza un premio però è evidente che la Graham è la madre della danza moderna americana grazie alle sue innovazioni che vogliono studiare la fisiologia umana.
Si concentra infatti molto su momenti come la contrazione e il rilascio che se alternati riescono a portare a un’ottima estensione del corpo.
Si arriva infatti a una dinamica che ricorda il movimento dell’arco e della freccia in cui i momenti sono strettamente correlati e indispensabili l’uno per l’altro.