Martina Nasoni paragonata a Giulia De Lellis: la replica via social

Tag: vip
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Martina Nasoni ha replicato via social contro coloro che l’hanno criticata per un suo video sui social e le hanno chiesto di somigliare di più a Giulia De Lellis.

Martina Nasoni come Giulia De Lellis? La replica

Dopo la vittoria al Grande Fratello Martina Nasoni ha deciso di coltivare la sua passione di diventatare una cantante e via social ha infatti condiviso con i fan un video in cui la si sente cantare. In tanti a quanto pare non hanno apprezzato il talento canoro della giovane influencer e per questo le hanno consigliato di “somigliare” di più alla collega Giulia De Lellis (diventata famosa dopo aver partecipato a Uomini e Donne  e che oggi è conosciuta soprattutto per la sua passione per la moda).

Martina Nasoni ha prontamente replicato: “Un minuto di silenzio e un’ora di vergogna per tutte le persone che mi stanno scrivendo: “Tanto nella vita non farai mai la cantante, dovresti essere il più possibile come Giulia De Lellis”. Io non devo assomigliare a nessuno se non a me stessa”. La ragazza ha anche consigliato ai fan di somigliare unicamente a se stessi e ha aggiunto: “Altrimenti sarete sempre e per sempre una brutta copia”.

Martina Nasoni: la malattia

Dopo la sua esperienza al Grande Fratello Martina Nasoni ha più volte parlato pubblicamente della malattia cardiaca da cui soffre dalla sua nascita (la cardiomiopatia ipertrofica). “Non posso ricevere colpi di alcun tipo, né percosse o urti; non potrei indossare scarpe con tacchi vertiginosi, quelle che più mi piacciono (…). Ma dopo questo elenco da sfinimento, ciò che davvero pesa di più è il fatto di non potermi arrabbiare eccessivamente, perché il mio cuore non reggerebbe quel peso e io inizierei a tremare come una foglia, provando una sensazione vertiginosa e frastornante”, ha confessato la modella via social.

Martina Nasoni: il libro

Martina Nasoni ha raccontato il suo percorso con la malattia nel suo libro Questo cuore batte per tutte e due, dove ha voluto infondere coraggio in coloro che soffrono del suo stesso male.