Ieri è stata pubblicata sul sito di TV Sorrisi e Canzoni una lettera che mi riguarda scritta da un lettore di nome Valerio, che ringrazio per le parole di stima.
Pubblico la lettera di Valerio, la risposta di Massimo Donelli – direttore di Tv Sorrisi e Canzoni – e, infine, la mia risposta al direttore.
Scrive Valerio
Salve direttore,
le scrivo questa email perchè vorrei sapere cosa ne pensa dei blog. Ne ho scoperti alcuni davvero interessanti, che parlano di televisione e spettacolo. E ogni giorno mi collego per andarli a leggere. Ritengo che nel web ci sia gente davvero geniale e interessante per come scrive, attirando l'interesse dei lettori. A volte li trovo più interessanti di un giornale. Perchè manca un filtro redazionale che rende la notizia più verace e sincera. Tanto per farle degli esempi, le indico un paio di blog che ritengo davvero validi, che parlano di televisione e di altri argomenti affini, proprio come il suo giornale. Il primo è Teledicoio e l'altro è Radiotelevision. Ritengo gli autori di questi due blog davvero in gamba. Non crede che un giornale come il suo dovrebbe interessarsi un po' al fenomeno? Spero di non averla infastidita e che possa avere una sua risposta. Se solo fossi più pratico di internet sarei anche io tentato di aprire un blog, anche se non mi ritengo uno scrittore.
Saluti.
Valerio L.
Risponde Massimo Donelli, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni
Gentile Valerio, l’ho detto in un mio recente editoriale: le nuove tecnologie hanno riscritto il rapporto tra tv e spettatore… (continua)
Tra queste ci sono i blog, siti internet a costo zero, autogestiti, e che in un attimo proiettano i propri pensieri dall'anonimato al mondo intero. In molti, come spiega lei, decidono di dedicarlo alla tv, per farne le pulci, osannando o dissacrando programmi e conduttori. Lo si è sempre fatto anche nei bar, dal parrucchiere, tra amici. Ma nei blog avviene in maniera del tutto nuova, secondo uno schema… televisivo.
C’è il blogger-conduttore che decide il tema da trattare e disciplina l’intervento dei vari utenti-ospiti, con la consapevolezza (molto gratificante) di essere sotto gli occhi di tutti, di avere un nutrito pubblico contato non dall’Auditel ma dagli accessi al blog. Curioso, no? Si cerca di mettere in discussione la tv, ma lo si fa con un meccanismo del tutto televisivo.
Il fenomeno è interessante anche perché è nato spontaneamente, e questo significa che il pubblico (in particolare quello giovane, appassionato fruitore dei blog) avverte sempre più il bisogno di esprimersi sulla tv. Si perde così la riverenza verso il piccolo schermo, si sviluppa uno spirito critico che costringe la tv a dare il massimo.
I blog sono però abbastanza deboli sul piano informativo, dove si scontrano con l'autorevolezza dei mezzi di comunicazione "tradizionali", ovvero le testate giornalistiche e televisive. Le notizie che riportano, infatti, non hanno sempre fonti verificabili e quindi la loro attendibilità si basa sulla fiducia del lettore verso l'autore del blog.
La soluzione sarebbe quella di nominare un direttore responsabile, rispettare le norme in tema di informazione, e altro ancora. Ma questo ammazzerebbe lo spirito libero, "anarchico", che è alla base di tanto successo. Nella sua mail chiede perché non mi occupo dei blog. La ringrazio: mi ha dato l'occasione per farlo.
Buona giornata
md
Riflette Matteo Failla di Teledicoio
E' del tutto evidente che il direttore Massimo Donelli non si è preso la briga di andare a controllare di quali blog stesse parlando il lettore Valerio (ovviamente parlo del mio caso, non potendo esprimermi anche per Radiotelevision) e questo la dice lunga sull'attendibilità dei media tradizionali.
Io rivesto nella mia vita un duplice ruolo: sono giornalista tradizionale che si occupa di Spettacoli per un quotidiano nazionale, ma sono anche un blogger che fa parte di un Network di blog professionali d'informazione. Basterebbe quest'ultima particolarità a far cadere le vetuste teorie di Donelli.
Eppure non mi limiterò a questo.
Nell'immaginario collettivo dei "giornalisti tradizionali" il blog è un diario personale gestito da ragazzotti appassionati di Internet, che si divertono a chiaccherare tra i virtuali banconi di un fumoso bar. Partendo da questo presupposto mi sembra chiaro che la conclusione più ovvia possa quindi essere quella espressa dal direttore.
Ma i blog non sono più questo, sempre più spesso sono un luogo virtuale nel quale professionisti, o esperti di un determinato settore, si riversano per poter comunicare con la massima libertà: niente a che vedere con parrucchiere e bar.
Io, proprio perchè anche giornalista tradizionale, ho le stesse possibilità di verificare l'attendibilità di una notizia dei redattori di Sorrisi, ho l'identica possibilità di intervistare i protagonisti del mondo dello spettacolo (vedere Esclusive Tele dico io ).
I blog e la Rete, caro Direttore, sono il futuro dell'informazione. In USA questa è ormai una realtà, da noi purtroppo non ancora.
I media tradizionali non sono certo destinati a scomparire, come qualcuno vuol far credere, ma è bene cominciare a capire che informazione professionale in Rete e informazione tradizionale – televisiva e cartacea – sono destinate a convivere. Volenti o nolenti. E ciò che caratterizza e valorizza l'informazione in Rete è una sana dose di libertà d'espressione.