Matrimonio: i motivi per non sposarsi in tempi moderni

Il matrimonio è una tappa importante, ma sempre più persone preferiscono cose alternative, come la convivenza o, al massimo, rito civile.

Com’è vissuto il matrimonio in tempi moderni? Non sposarsi, almeno nell’ultimo periodo, sembra essere la tendenza preferita da moltissime coppie. Quali sono i motivi per dire no al matrimonio e perché il rito civile è preferito rispetto a quello sacro? Come è cambiato poi il matrimonio e la sue percezione nel corso del tempo?

Tre motivi per dire no

Esistono dei veri e propri motivi che inducono le coppie a dire no al matrimonio. In primo luogo, molte persone preferiscono la convivenza al matrimonio vero e proprio, forse anche in virtù di un legame che, in ogni caso, si può “rompere” con più facilità.

Altri, probabilmente, dicono no al matrimonio anche per gli ingenti costi della cerimonia. Tra addobbi, abiti e rinfreschi si rischia davvero di spendere una fortuna e non sempre i giovani hanno a disposizione queste cifre purtroppo.

Ultimamente, inoltre, le leggi in favore delle “coppie di fatto” sono state modificate. Ciò significa che anche se non si è contratto matrimonio, è possibile godere dei benefici legislativi come una coppia sposata. Questo ha indotto molte coppie a pensare, così, di non sposarsi.

Preferire la convivenza al matrimonio

Preferire la convivenza al matrimonio è, quindi, una tendenza sempre più in voga. La tendenza è presente in tutta Italia, ma vi sono dei luoghi in cui ciò avviene di più. Ad esempio, in Sardegna sta raggiungendo delle percentuali che stanno diventando piuttosto alte.

Il matrimonio spesso viene fatto non tanto per l’amore, ma per regolarizzare la situazione familiare, soprattutto dopo la nascita dei figli. Dobbiamo, inoltre, tenere in considerazione che, essendo calata di molto la fecondità del nostro Paese, anche questa motivazione sta venendo sempre meno.

Sempre meno coppie, infatti, tendono a fare figli e non ne fanno certo numerosi come accadeva un tempo. In più, si è allungata anche l’età media della donna al primo figlio. Infatti, sempre più donne tendono ad avere figli dopo i trent’anni.

E’ anche vero, però, che il non avere lavori stabili o una casa di proprietà rallenta questo procedimento di molti anni. Le motivazioni, quindi, oltre che personali, sono anche lo specchio di una società “ritardataria”.

Il rito civile

Il rito civile, attualmente è il preferito rispetto al matrimonio contratto in chiesa. Contrariamente a ciò che avveniva un tempo, dove chi si sposava con rito civile poi si recava anche in chiesa per il riconoscimento religioso, oggi si attesta un’inversione di tendenza.

La motivazione sta forse nella crisi dei valori religiosi, che si riscontra sempre di più tra uomini e donne molto giovani. La tendenza è presente forse più al Nord che al Sud dove, invece, ancora viene mantenuta una certa tradizione religiosa anche tra persone molto giovani.

E’ facile da capire che chi non è credente non ha bisogno di un riconoscimento religioso per il proprio matrimonio. Può bastare, quindi, quello del Comune, ai fini della legge.

Si tratta di un fenomeno riconosciuto come sociologico e che, in alcune zone d’Italia, assume contorni più elevati. L’esempio della Sardegna, anche qui, è molto calzante. E’ questa, infatti, la regione in cui si registra l’età più alta di chi arriva alle prime nozze e, di conseguenza, di chi mette al mondo il primogenito.

Il motivo è senza dubbio anche culturale. La rottura della tradizione passa anche dal femminismo, oltre a determinati tabù che sono normalmente decaduti.

Se, ad esempio, fino a pochi anni fa, partorire un figlio fuori dal matrimonio era un motivo di scandalo, oggi non lo è più. E’ diventato, possiamo dire, una cosa normale.

L’evoluzione del matrimonio

L‘evoluzione del matrimonio negli ultimi decenni c’è, quindi, stato senza dubbio. Mentre il numero delle convivenze è fortemente aumentato, la difficoltà più grande è quella di trovare una stabilità. In questo caso non si intende solo una stabilità a livello lavorativo o di soldi, ma anche una stabilità affettiva.

Il pensare al “per sempre” mette in crisi le giovani coppie. Per tale motivo, le convivenze superano i matrimoni. Vengono considerate, quindi, come un test per capire se la coppia può andare d’accordo o meno, in caso di eventuale matrimonio. Purtroppo, però, non è mai una garanzia di successo.

Esistono, infatti, moltissime coppie che dopo anni di convivenza si sono separate. Oppure esistono anche coppie che dopo anni di convivenza si sono sposate e poi subito separate. I casi più frequenti, in ogni caso, sono quelli di matrimonio dopo il primo figlio, per regolarizzare la situazione dal punto di vista legale.

Nonostante ciò, ci sono anche persone molto giovani che passano subito dal matrimonio religioso, anche senza necessariamente passare dalla convivenza. Questo dipende dai valori insiti in ciascuna persona o coppia.

Scritto da Erika Vettori

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