Proseguono su Tele dico io le interviste ai protagonisti di Zelig. Dopo Natalino Balasso, Ficarra e Picone, Paolo Cevoli e Gabriele Cirilli, oggi tocca a Max Pisu.
Lo abbiamo conosciuto come uno dei primi comici di successo di Zelig quando nel 2000, con il suo “Minchia che ridere”, pronunciato dal suo buffo personaggio Tarcisio, acquistò la massima notorietà e diede inizio alla fortunata (e purtroppo deleteria) stagione dei “tormentoni zelighiani”.
Tuttavia c’era qualcosa di diverso in lui rispetto agli odierni comici della trasmissione di cabaret più seguita d’Italia, come spiega lo stesso Max Pisu: “il mio tormentone era parte integrante del personaggio, la “frase tormentone” arrivava alla fine di uno sketch indipendente dalla battuta finale, che non era pronunciata per essere ripetuta dal pubblico”.
Insomma, era un bocciolo che presto sarebbe cresciuto a dismisura sotto altre forme.
Che rapporto hai con il tuo Tarcisio?
Ai tempi del Tarcisio di Zelig il “tormentone” aveva un differente significato, era parte integrante del personaggio e non era creato per farlo ripetere al pubblico. Ora invece è tutto diverso: esiste un tormentone attorno al quale si costruisce qualcosa.
E come vedi lo Zelig attuale, che per Balasso ha tradito la sua formula originale mentre per Cirilli ha messo da parte i comici?
Una volta si raccontava molto di più, i comici erano più attivi, era come se le telecamere entrassero indiscrete in un locale di cabaret per spiare ciò che avveniva. Anche il pubblico era diverso, era appassionato di teatro e veniva a vederti dal vivo. Ora invece Zelig ha dovuto adattarsi al grande pubblico della prima serata, vasto ed eterogeneo. Come Balasso anche io ho rinunciato alla prima serata, perchè non rispondeva più alle mie caratteristiche; sono tornato solo in quest'ultima edizione pre-chiusura come volto storico della trasmissione.
Quindi non condividevi la "linea editoriale"?
No, facevo fatica ad adattarmi a quel tipo di cabaret.
Cosa mi dici della momentanea sospensione di Zelig?
E' un bene, prima di tutto perchè aveva stancato, e poi perchè ridarà ossigeno al teatro vero, dove molti dei comici, compreso me, saranno presenti.