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Mike Bongiorno è stato uno dei personaggi più importanti della televisione italiana: le sue espressioni più famose, la sua professionalità e le numerosissime gaffe a cui andò incontro nel corso della propria lunghissima carriera hanno però oscurato alcuni aspetti della sua vita che meritano di essere conosciuti forse più di altri.
Mike Bongiorno nacque a New York nel 1924 da una donna torinese, emigrata negli States, e da un americano di seconda generazione ma che aveva origini italiane. Suo padre, noto avvocato, rivestiva un ruolo di enorme importanza all’interno della comunità italo americana negli Stati Uniti, arrivando addirittura a candidarsi come sindaco di New York.
I genitori di Mike si separarono quando lui era ancora bambino e sua madre, a seguito della crisi economica del 1929, decise di tornare in Italia e nello specifico a Torino, dove Mike frequentò le scuole e imparò ad amare visceralmente la squadra della Juventus.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il giovane Mike si era appena diplomato e aveva cominciato a lavorare come giornalista sportivo. Era però stato costretto a rifugiarsi sulle Alpi per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi e qui si unì alla Resistenza Partigiana.
Non sono in molti a saperlo, ma il presentatore destinato a fare la storia della televisione italiana diede prova di enorme coraggio in quel periodo: incaricandosi del ruolo di interprete per mantenere le comunicazioni tra i partigiani italiani e gli Alleati, passava di frequente il confine con la Svizzera per raggiungere gli Americani.
Proprio durante una di queste missioni fu arrestato e rischiò la fucilazione ma fu salvato dal suo passaporto americano. Mike venne quindi salvato da morte certa e utilizzato per uno scambio di prigionieri. Durante quel periodo passò diverso tempo a San Vittore, nello stesso periodo in cui era prigioniero anche Indro Montanelli.
Prima di ritornare in America, Mike Bongiorno fu trasferito in diversi campi di concentramento tra l’Italia, la Germania e L’Austria.
Fu liberato nel Febbraio del 1945.
Tornato a New York cominciò a lavorare come giornalista, facendosi notare soprattutto nel programma radiofonico Voci dall’Italia e venendo poi ingaggiato dalla RAI come corrispondente dagli States. Tornò in Italia nel 1952 per lavorare ancora in radio come conduttore per un’emittente radiofonica italoamericana di New York. Nel 1955 il suo prestigio fu tale da essere il primo giornalista in Italia a intervistare il presidente Eisenhower.
Con la nascita della televisione, Bongiorno diventò con Corrado l’apripista delle trasmissioni televisive Rai. Nel 1955 lanciò il primo, storico quiz della televisione Italiana, Lascia o Raddoppia, seguito nel 1961 da Rischiatutto.
Nel frattempo aveva già condotto numerose edizioni del Festival di Sanremo e si preparava a passare alla televisione privata dopo essere stato “sedotto” dall’enorme compenso che gli venne offerto da Silvio Berlusconi, il quale all’epoca si apprestava a diventare imprenditore del settore televisivo.
Il sodalizio con Berlusconi durò molto a lungo e Mike divenne vicepresidente della Fininvest nel 1987, società che poi sarebbe diventata Mediaset.
Per Fininvest, dal 1989 al 2003 conduce La Ruta della Fortuna, il suo quiz più duraturo. Rimase memorabile il terribile rimprovero che Mike rivolse alla sua valletta Antonella Elia nel momento in cui quest’ultima manifestò la sua grande approvazione per la scelta di una concorrente che rifiutò il premio in pellicce in quanto animalista.
La sua collaborazione con Berlusconi si interruppe all’improvviso: poco prima di morire il conduttore si lamentava, in un’intervista rilasciata a Fabio Fazio, di essere stato licenziato senza preavviso da Mediaset e che il Presidente Berlusconi aveva interrotto tutti i contatti con lui, senza chiamarlo nemmeno per un saluto.
La morte del presentatore giunse completamente inaspettata, a causa di un attacco di cuore di cui Mike rimase vittima l’8 Settembre 2009 mentre si trovava in vacanza a Monte Carlo.
A causa dell’enorme importanza culturale della sua figura, l’Italia gli conferì l’onore dei funerali di stato. La città di Milano offrì alla famiglia di tumulare il presentatore nel Cimitero Monumentale di Milano, dove riposano i più illustri cittadini del capoluogo lombardo, ma la famiglia si rifiutò.
il 25 Gennaio 2011 la salma di Mike Bongiorno sparì dalla tomba del cimitero di Dagnante, la cittadina dove la famiglia aveva scelto di tumulare Mike.
Molti mitomani telefonarono alle autorità chiedendo un riscatto per la salma, ma nessuno di loro aveva davvero eseguito il furto. Dopo settimane di indagini il feretro fu ritrovato intatto in piena campagna, nella provincia di Milano. I motivi della sottrazione del feretro sono tuttora ignoti, ma la salma venne cremata e le ceneri disperse in Valle d’Aosta, luogo molto amato dal presentatore.