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Ormai è evidente: complice anche una ritrovata passione per il vintage e per il second hand, un po’ per puro e semplice interesse e un po’ per necessità economica, la moda sta percorrendo sempre di più la strada della sostenibilità ambientale.
Un esempio è proprio la moda circolare. Siete curiose di saperne di più? Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Avete mai sentito parlare di moda circolare? Come abbiamo già accennato in apertura, è un modo per riferirsi a quella fashion industry impegnata nella sensibilizzazione di tutte quelle tematiche che riguardano la sostenibilità ambientale e anche l’eliminazione di tutte quelle cattive abitudini che fanno male al nostro pianeta, come gli sprechi.
Seguendo il pensiero della moda sostenibile quindi, i capi vengono realizzati per durare nel tempo, per non impattare sull’ambiente una volta gettati e soprattutto, per essere rigenerati. Da qui appunto, la definizione di “circolare” intesa come cerchio, o meglio ancora, come ciclo.
Assumendo il concetto della moda circolare, si vuole abbandonare quello di linearità a cui questa industria è sempre stata soggetta. Non si tratta più quindi della fast fashion che segue i dettami del consumismo, ma di una moda che si impegna a sottoporre i propri prodotti ad un vero e proprio ciclo vitale con il minor impatto possibile sull’ambiente.
Questo nuovo (e sano) modo di concepire la moda si rifà all’economia circolare basata sulle risorse da utilizzare e soprattutto sulla loro rigenerazione, ovvero, poter riutilizzare le materie il più a lungo possibile prima di destinarle ai rifiuti.
In questo modo a giovarne sarà anche l’economia stessa, che non dovrà impiegare continuamente l’utilizzo di nuovi materiali.
La moda circolare vuole essere una perfetta alternativa alla fast fashion, impiegata invece nella produzione di quanti più capi possibili ma di bassa qualità, destinati a finire nei rifiuti, senza avere la possibilità di essere riciclati.
Fortunatamente questo modo di concepire lo shopping è destinato a competere con una nuova modalità più sostenibile, è solo questione di tempo! Bisogna infatti partire da noi stessi, in qualità di consumatori, imparando a cambiare le nostre abitudini e scegliendo di investire su una “moda a lungo termine”, anche donando o rivendendo (dove possibile) i nostri capi usati ancora in buono stato.
Stando ai dati riportati dal Circular Fashion Report 2020, uno studio condotto proprio sulla moda circolare, la fashion industry è responsabile, ogni anno, delle emissioni globali di carbonio, in una percentuale maggiore di quella raggiunta da tutti i voli internazionali e del trasporto nello stesso periodo.
Senza contare l’inquinamento prodotto da lavorazione e tintura e le microplastiche destinate a finire negli oceani, sempre in un anno pare vengano consumati miliardi di litri d’acqua e prodotte tonnellate di rifiuti derivati dai tessuti. Nello studio vengono anche considerati i dollari persi per tutti quei vestiti che vengono comprati ed indossati per un breve periodo di tempo e che terminano il loro viaggio in discarica senza poter essere impiegati per la realizzazione di nuovi indumenti.