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Una modella russa morta per un tour de force in passerella: 12 ore di lavoro ininterrotto che hanno aggravato le sue condizioni fisiche e un’agenzia che non ha saputo tutelare questa giovanissima promessa della moda.
Conquistare denaro, fama e gloria: per realizzare la propria ambizione ogni anno centinaia di ragazze giovanissime vengono reclutate in tutto il mondo per sfilare in Cina. La crescita inarrestabile di questo gigante dell’economia mondiale però ha un prezzo: contratti di lavoro non rispettati, condizioni sanitarie precarie e nessun tipo di tutela per chi lavora nella Repubblica Popolare. Un prezzo che Vlada Dzyuba ha pagato con la vita.
Era affetta da meningite cronica la modella russa morta il 27 Ottobre. Non ne era informata l’agenzia russa per la quale lavorava: la direttrice Elvita Zaitseva si cosparge il capo di cenere ammettendo di non aver controllato né il certificato medico di Vlada né che fosse rispettato il contratto che la modella aveva firmato prima di cominciare a lavorare per una importante agenzia di modeling cinese. Il contratto prevedeva infatti che la ragazza lavorasse soltanto 3 delle oltre 12 ore di passerella a cui è stata costretta.
Originaria della regione dei Monti Urali, Vlada Dzyuba era nata nel 1993.
Come moltissime altre sue coetanee aspiranti modelle, era stata messa in contatto con una grande agenzia di modeling cinese e aveva firmato un contratto che prevedeva 3 mesi di lavoro in Cina.
Non è stato necessario molto tempo prima che il sogno di Vlada si trasformasse in un incubo: la madre Oksana aveva ricevuto diverse telefonate da sua figlia, durante le quali la ragazza le aveva confidato di avere disperatamente bisogno di riposo e che non le era concesso dormire. Con ogni probabilità questo ha generato un esaurimento nervoso che ha sensibilmente peggiorato le sue condizioni di salute già precarie.
Al momento di uscire in passerella per l’ultima volta durante un’interminabile sfilata a Shangai, Vlada ha deciso di ignorare la febbre che era salita violentemente e all’improvviso. Si è accasciata in terra poco prima di mettere piede in passerella per l’ultima volta, ed è immediatamente caduta in coma morendo due giorni dopo.
Dopo aver appreso la notizia la madre, disperata, ha tentato in ogni modo di raggiungere Shangai, ma le procedure burocratiche le hanno impedito di stare al capezzale della figlia, che è morta mentre era priva di coscienza e senza che sua madre fosse accanto al suo letto.