Molestie in discoteca: la frase in codice che salva le ragazze

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Incredibile ma vero, si è innescato un meccanismo tramite il quale, per aiutare le donne che potenzialmente possono subire molestie in un locale, come ad esempio in una discoteca, si può richiedere aiuto tramite delle parole in codice che fanno scattare una serie di operazioni per cercare di salvaguardare la persona che lo richiede.

C’è Luisa?

Basta pronunciare questa frase per esporre immediatamente una richiesta di soccorso al locale. Un’iniziativa portata avanti con successo da una serie di attività quali bar, club e discoteche da parte della città svizzera di Winterthur, Cantone di Zurigo, che è stata, di fatto, presa in adozione dalla Germania e dalla Gran Bretagna in cui la parola chiave per far scattare l’allarme è “Angela”, mentre in Québec la parola magica diventa “Angelot”.

Le dinamiche

Tutto il personale del locale, una volta allertato, sa che, appunto, vige un pericolo imminente per l’incolumità di una donna e fa scattare tutta una serie di operazioni.

Lo staff farà intervenire subito un buttafuori, chiamerà un taxi al fine di farla arrivare a casa sana e salva oppure conducendola semplicemente in un’altra stanza. Attualmente i locali che hanno aderito a quest’iniziativa in totale sono 10 ma questo “schema” presto potrebbe essere già nel prossimo futuro diffuso su larga scala, tenendo anche conto del fatto che gli episodi di violenza sessuale sulle donne sono in aumento un po’ ovunque.

Il codice di aiuto

Il lettore che leggerà quest’articolo si domanderà sicuramente: ma come mai ci devono essere delle parole d’ordine per far scattare l’allarme e non può essere esplicato utilizzando parole dirette? Il motivo è semplice: innanzitutto così si evita di attirare l’attenzione, soprattutto quella dei papabili sospetti molestatori, su cosa stia richiedendo la persona in questione ed in più quest’ultima non deve fornire alcuna spiegazione in merito nè preoccuparsi di come procedere.

In altre parole un modo semplicistico ed efficace per chiedere aiuto. Questo è quanto è stato spiegato dalla portavoce dell’associazione bar e club di Winterthur, Kajo Boni.

Cosa dice la legge in merito

Da definirsi “molestia sessuale”, secondo il Codice Dei Diritti Umani dell’Ontario, quell’azione che si esprime attraverso commenti o condotte che non sono ben accette dalla società:

I comportamenti che sono da considerare come molestie sono: richiesta di prestazioni sessuali in cambio di qualcosa, richiesta di appuntamenti non accettandone il rifiuto, richieste di abbracci, contatti fisici non necessari comprensivi di toccate indesiderate, uso di un linguaggio offensivo, commenti relativi all’aspetto fisico di una persona, invio o condivisione di materiale pornografico, racconto di barzellette a sfondo sessuale, vantarsi delle proprie prestazioni sessuali, commissioni di atti di bullismo basati su sesso o genere, diffusione di voci o pettegolezzi di natura sessuale, anche online.

Il Codice si applica in ben cinque aree sociali: servizi, prodotti e istituzioni, abitazioni, contratti, lavoro, partecipazioni ad associazioni professionali o sindacati.