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Le molestie sessuali sono configurate come un reato. Come fare se ne siete vittime? ecco cosa dice la legge in merito. Qualche consiglio utile.
Che cosa è la molestia sessuale?
Definito dal codice penale nel 1992, la molestia sessuale è: “qualsiasi comportamento a connotazione sessuale o fondato sull’appartenenza di genere, indesiderato da una delle parti e lesivo della dignità della persona”.
In sintesi, tutti i comportamenti che sono influenzati da impulsi di natura sessuale, che vengono percepiti come ostili e umilianti per la persona che ne è vittima. Essa può manifestarsi in diverse forme, ad esempio sul posto di lavoro. Promesse di promozione, minacce di ritorsioni, coercizione… Le conseguenze sono gravi e psicologiche (ansia, depressione, insicurezza, senso di colpa, vergogna…). Non solo: anche fisiche (malattia, incubi, affaticamento…). Le molestie sessuali sul lavoro creano un ambiente insostenibile per il dipendente.
La protezione e le sanzioni previste dalla legge
La legge protegge nel lungo periodo: nel reclutamento, durante il vostro contratto e fino alla sua rottura. Protegge che soffrono o hanno respinto molestie sessuali, ma anche tutto ciò che ne è collegato. Prevede la nullità di qualsiasi punizione o licenziamento da parte del datore di lavoro, nonché tutte le attitudini di tipo discriminatorio.
Le sanzioni sostenute da stalker sono disciplinari (un licenziamento puro e semplice). Oppure, anche penale nel caso in cui vi sia un giudizio da parte di un giudice (punibile in un anno di prigione con 15.000 € di ammenda). In quei casi, le relazioni sessuali attraverso l’uso dell’autorità possono essere qualificate come stupro e il crimine sarà giudicato dal giudice.
Cosa fare se sei una vittima o testimone di molestie sessuali?
Resistere e reagire rapidamente!
Spesso, il primo passo è parlare con calma, ma molto seriamente alla persona che vi assilla. Accade talvolta che alcune persone non siano consapevoli delle conseguenze del loro comportamento. Quindi, il molestatore cesserà se si rende conto della gravità della sua offesa.
Se questo non basta è necessario contattare un rappresentanza personale, come un’associazione, o l’Ispettorato del lavoro. Oppure, ancora, rivolgersi all’ufficio delle Risorse Umane e consultare un avvocato.
Se metterete il caso nelle mani della giustizia, dovrete necessariamente fornire documenti, immagini, testimonianze, e-mail, impronte, o qualsiasi altro documento che possa dimostrare le molestie di cui avete sofferto, nonché la loro gravità. In questo modo potrete consultare un Tribunale o effettuare una chiamata a un’associazione o un sindacato che agirà per conto del delegante.
Le indicazioni utili
-Pagina web dell’associazione europea contro le violenze subite dalle donne nel lavoro: www.avft.org
-Pagina web del lavoro del ministero.