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La mononucleosi colpisce soprattutto bambini e adolescenti: ecco cosa dovete sapere per riconoscerne il contagio, i pericoli, la durata e la cura adatta da seguire.
Contagio mononucleosi nei bambini
La mononucleosi, conosciuta anche come “malattia del bacio”, è una malattia infettiva contagiosa che colpisce maggiormente i bambini e gli adolescenti, tra i 15 di 18 anni d’età. Il 50% dei bambini che la contraggono hanno un’eta inferiore ai 12 anni. Alcune volte non viene riconosciuta, in quanto i sintomi sono molto simili a quelli di una normale influenza.
La causa della mononucleosi è l’infezione del virus EPV, conosciuto anche come HHV-4. Il contagio della mononucleosi avviene tramite il contatto con la saliva e anche con le secrezioni del naso o della faringe di una persona infetta. Questo può verificarsi in modo diretto, tramite quandi baci, starnuti o tosse, oppure indiretto, per esempio bevendo dallo stesso bicchiere di una persona infetta. I bambini piccoli spesso ne vengono contagiati mettendo in bocca un utensile da cucina o un oggetto che è stato infettato da qualcuno che ha la mononucleosi.
Entrando nell’organismo, il virus ha la capacità di nascondersi all’interno delle cellule della persona e rimanere silente per tutta la vita. Oppure può manifestare i suoi sintomi. Sia che si manifesti o meno la malattia, il bambino o l’adolescente può essere a sua volta veicolo di contagio. Infatti il virus può rimanere nel soggetto, che è stato infettato, per tanto tempo.
Curare la mononucleosi nei bambini
La mononucleosi è una malattia di origine virale quindi, in quanto tale, non può essere curata con gli antibiotici. A tutt’oggi, non esiste una vera e propria cura per questa malattia. Generalmente il bambino guarisce in modo spontaneo. Si può però seguire una terapia mirata ad alleviare i sintomi dovuti alla malattia e a rinforzare in questo modo il suo sistema immunitario così che reagisca al virus.
Ciò che normalmente viene consigliato dai pediatri è il riposo a letto, inserire nella dieta alimenti come frutta e verdura, brodi, minestre e bere molti liquidi. Si consiglia anche di dare al bambino del latte caldo con miele e spruzzargli in gola spray al proporli. Questo aiuta infatti ad alleviare i dolori e il fastidio. Se il bambino presenta febbre, in alcuni casi, viene prescritto un antipiretico. In casi più gravi, sarà il medico o il pediatra a stabilire la cura appropriata per il vostro bambino. Consigliamo di rivolgervi sempre ad esperti per le cure appropriate.
Durata mononucleosi nei bambini
La mononucleosi nei bambini e adolescenti non si manifesta immediatamente, dopo il contatto con il virus. Molto spesso il virus rimane latente nell’organismo e in incubazione per un periodo di tempo che può andare dai 30 giorni, per i bambini più piccoli, fino ad alcuni mesi negli adolescenti. Più è piccolo il bambino meno si notano le manifestazioni della malattia.
Mentre nel bambino più grande o negli adolescenti si noteranno dei segnali più evidenti. Nella fase iniziale della malattia, cioè nei primi 7-15 giorni inizieranno a comparire i primi sintomi simili a quelli di tipo influenzale. Il bambino potrà avere febbre bassa, mal di gola, nausea, mal di pancia ,mal di testa, sudorazione e brividi. Dopo questi giorni di sintomi iniziali compariranno quelli invece che sono tipici della malattia.
Il bambino, in seguito, entrerà nella fase acuta della malattia che durerà circa 15 giorni. Inizierà ad avere sintomi di infiammazione alla gola, con chiazze rosse e placche, febbre alta, ingrossamento delle ghiandole del collo ed eventualmente dell’inguine e delle ascelle. La durata della malattia con il suo normale decorso è di circa 15-30 giorni. Permarrà un po’ di debolezza ma il bambino non sarà più a rischio di infettare gli altri.
Pericolo mononucleosi per bambini
Ci sono diverse complicanze dovute alla mononucleosi in bambini ed adolescenti, tuttavia queste sono alquanto rare. Le percentuali indicano che ne può essere colpito un bambino su 100. Incoraggiamo comunque a monitorare con molta attenzione il percorso della malattia e farsi assistere sempre da medici e pediatri, senza mai pensare di curare da soli il proprio figlio.
Infatti, se presa in tempo la malattia, queste aggravanti possono essere evitate o debellate del tutto. Le complicazioni della malattia possono insorgere colpendo diversi organi vitali. La milza potrebbe ingrossarsi e rompersi. Il fegato si può anch’esso ingrossare e può produrre ittero.
Potrebbe essere intaccato il sistema nervoso centrale provocando meningite o encefalite. Se coinvolto il sistema nervoso periferico, invece, potrebbe provocare paralisi agli arti ed ai muscoli respiratori. Inoltre, potrebbe danneggiare altri organi, come polmoni e cuore. Un altra possibile complicanza che può nascere dalla mononucleosi è l’ostruzione delle vie bronco polmonari. In questo caso il bambino potrebbe essere ricoverato e trattato con cortisonici o, nei casi più gravi, con un intervento chirurgico.