Mononucleosi: informazioni utili su contagio e terapia

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La mononucleosi è una malattia infettiva ed essere informati su come avviene il contagio e come combatterla, una volta presa, è molto importante al fine di evitare rischi e vivere in modo sereno la convalescenza.

Come si contrae la mononucleosi

La mononucleosi è una patologia scatenata da un virus che prende il nome dai suoi scopritori: Epstein-Barr, detta anche, in gergo comune, “malattia del bacio“. Proprio perchè il suo contagio avviene principalmente con scambi di saliva. Il contatto con i fluidi corporei può avvenire anche in modo indiretto, in particolare condividendo oggetti con la persona malata. Tali oggetti posso essere bottigliette d’acqua, posate ed altro.

Essendo un virus molto aggressivo, il contagio può avvenire anche con lo scambio di sangue, il contatto accidentale con l’urina o rapporti sessuali non protetti con il malato.

L’incubazione, cioè il periodo prima del quale il virus si palesi rendendo conclamata la patologia, dura dai 30 ai 50 giorni. Si accorcia per i bambini, in questo caso può essere anche di 15 giorni. Il soggetto sarà contagioso già dal momento in cui l’EPV entra nel suo corpo.

In particolare, quando esso si annida nella faringe, regione da dove è molto difficile eradicarlo.

Rimane poi “attivo” anche fino ad un anno dopo l’esordio della malattia, rimanendo potenzialmente contagioso. Il virus della mononucleosi appartenente alla famiglia degli herpes virus, quindi anche in questo caso, come per l’herpes simplex. Tale patologia resta nell’organismo anche dopo la guarigione e può ripresentarsi più volte durante la vita del soggetto, soprattutto in periodi in cui appare debilitato o sottoposto a pesanti stress.

Contagio mononucleosi

Nei paesi industrializzati, in cui le condizioni igienico-sanitarie sono sotto controllo, l’incidenza della mononucleosi si dimostra essere massima per giovani ed adolescenti, tra i 15 ed i 35 anni. Nei paesi in via di sviluppo, invece, in cui a volte non si ha modo di effettuare una pulizia approfondita dei luoghi e delle cose, l’incidenza si abbassa. I più colpiti sono i bambini al di sotto dei 5 anni.

Anche gli adulti, in ogni caso, non sono immuni dall’EPV, possono anch’essi essere contagiati, ma i sintomi della patologia appariranno più lievi. Studi hanno dimostrato come il 90% della popolazione mondiale ha già innati gli anticorpi per fronteggiare questo tipo di infezione quindi, si potrebbe essere entrati in contatto con il virus EBV. Questo anche senza sviluppare la malattia o se essa si è potuta presentare in forma asintomatica.

Il virus della mononucleosi una volta entrato nell’organismo, a livello orale, si sviluppa nella faringe e da qui contagia i linfonodi. Prima quelli presenti nel collo e poi via via gli altri, fino ad arrivare alla milza, per poi diffondersi nel sangue. Il suo target sono i monociti ed i linfociti, cellule che presentano un solo nucleo, da qui il nome della patologia. Queste strutture fanno parte del nostro sistema immunitario e hanno il compito di proteggerci da patogeni esterni.

In presenza del virus della mononucleosi risultano avere una struttura anomala e trovarsi in concentrazioni elevate nel circolo ematico.

Rimedi alla mononucleosi

Il primo sintomo della mononucleosi è l’astenia, che provoca: stanchezza, spossatezza e rilasciatezza muscolare, tale situazione è la prima a manifestarsi e rimane presente anche dopo la guarigione, per qualche mese.

La patologia al suo apice, invece si manifesta con:

  • febbre molto alta;
  • linfonodi ingrossati e doloranti;
  • faringe infiammata e ricoperta da una patina bianca;
  • occasionalmente tosse.

Una complicanza può essere l’ingrossamento della milza, un organo deputato alla produzione dei globuli bianchi dove il virus si annida. Soprattutto in questo caso, è opportuno il riposo assoluto per 6-8 settimane. Il paziente deve stare a letto e non fare sforzi, per evitare danni a questo distretto.

Non ci sono altri rimedi per questa patologia, in quanto fa il suo decorso autonomamente. Si può coadiuvare la guarigione con una dieta corretta che porti l’integrazione di vitamine e sali minerali, in modo da far riacquistare la salute e le forze al paziente.

Per evitare che la mononucleosi si diffonda nel nucleo famigliare è importante lavare bene gli utensili che usa il malato, sterilizzandoli con acqua bollente ed evitare di entrare in contatto con la sua saliva.

La terapia

Non esistono terapie farmacologiche specifiche per eliminare il virus della mononucleosi. Si possono solo impiegare farmaci per alleviarne i sintomi. Gli antipiretici, ad esempio il paracetamolo, servono per diminuire la febbre molto alta. Invece, gli antidolorifici e gli antinfiammatori, da scegliere tra i Farmaci Antiflogistici Non Steroidei molti dei quali si reperiscono in farmacia anche senza l’obbligo della ricetta del medico, sono utili per eliminare il fastidio ed il dolore alle tonsille ed ai linfonodi.

Nei casi più gravi, in cui insorgono complicanze respiratorie, si può usare, per un breve tempo e sotto controllo medico, il cortisone. E’ opportuno, visto che si tratta di un virus, evitare completamente l’uso di antibiotici. La patologia ha un decorso che varia dalle 3 alle 5 settimane dopo il quale si risolverà autonomamente.