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La mononucleosi è una fastidiosa e comune malattia, che colpisce sia bambini che adulti.
Quali sono i sintomi negli adulti e come viene curata? Riconoscere i segnali non è difficile. Come curarla in modo efficace? Quanto dura? Che rischi comporta?
Per ciò che riguarda i sintomi negli adulti, si deve considerare che la malattia è di origine virale e che, di conseguenza, si trasmette tramite contagio. Il periodo di incubazione ha una durata che va dalle quattro alle otto settimane, anche se, nei bambini, il periodo può essere più breve.
I sintomi principali della mononucleosi sono: mal di gola, febbre, linfonodi ingrossati nel collo e nelle ascelle ed un grande affaticamento fisico. Si può confondere, quindi, con una banale influenza, comune soprattutto nei mesi invernali.
C’è da dire, però, che dopo alcuni giorni possono comparire anche altri sintomi differenti: un senso di malessere generalizzato, brividi, dolori articolari e muscolari, sudorazione eccessiva, dolore agli occhi e gonfiore, tonsille gonfie come nella tonsillite, produzione di materiale biancastro sulla superficie delle tonsille, che ricorda molto le placche di origine batterica, e perdita di appetito.
Da non sottovalutare anche l’ingrossamento della milza, le eruzioni cutanee, il mal di testa e l’ittero.
Dobbiamo considerare che la febbre e il mal di gola possono durare circa 2 o 3 settimane. Gli altri sintomi, come la stanchezza generica e il gonfiore, invece, possono perdurare molto di più.
I sintomi della mononucleosi, come abbiamo visto, sono molti. Purtroppo, però, questi sono comuni anche alla maggior parte delle malattie da raffreddamento.
Proprio per questo motivo, è sempre opportuno chiamare il medico ed esporgli le proprie condizioni fisiche. Sarà lui, attraverso opportune analisi, a dire se si soffre di mononucleosi o di altre banali malattie stagionali. Esistono, infatti, apposite analisi del sangue che offrono la possibilità di sapere se abbiamo contratto tale virus oppure no.
Come curare la mononucleosi? Avendo origine virale, gli antibiotici sono assolutamente inutili per la sua cura.
La malattia guarisce da sé. Si può usare il paracetamolo in caso di febbre alta, pastiglie per la gola in caso di raucedine. Anche bere molti liquidi aiuta, perché reintegra i sali minerali persi con la sudorazione. E’ importante, inoltre, il risposo assoluto.
In alcuni casi, a titolo antinfiammatorio, vengono prescritti dei cortisonici. Ciò potrebbe avvenire quando: le tonsille sono davvero gonfie, si sviluppa una grave anemia, si manifestano problemi cardiaci come una pericardite oppure se si verificano encefaliti, ovvero problemi al cervello e a carico del sistema nervoso.
Generalmente, la mononucleosi ha una durata che va dalle due alle tre settimane, salvo casi rari in cui può durare anche di più. E’ possibile, però, che il senso di stanchezza e di affaticamento duri di più rispetto al mal di gola o alla febbre. E’ necessario il riposo, per evitare una possibile riattivazione del virus. Si può sviluppare, infatti, conseguentemente ad essa, la sindrome da stanchezza cronica.
E’ bene evitare lo sport per tutto il tempo della malattia e, più in generale, fino a che la persona non si sentirà di nuovo in forze. Ricordiamo, inoltre, che la mononucleosi è altresì chiamata malattia del bacio. Cosa vuol dire? Semplicemente che è contagiosa e che la saliva è un canale di trasmissione immediato.
Il virus responsabile della mononucleosi è l’EBV, ovvero chiamato Epstein Barr. Appartiene alla famiglia degli herpes virus, cioè quelli che causano anche la varicella e il fuoco di Sant’Antonio.
Avere avuto queste due malattie, però, non implica il fatto che non possiamo incubare la mononucleosi. Il contagio avviene anche attraverso rapporti sessuali, trasfusioni di sangue e di emoderivati, sia in maniera diretta che indiretta.