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Giudicate per essere un po’ sciatte, poco curate e dal fisico più morbido. Le neo mamme spesso vanno incontro a critiche che, in caso di personaggi pubblici, si trasformano in veri accanimenti sui social e sul web. E la domanda sorge spontanea: ma perché questa eccessiva se non morbosa attenzione al corpo femminile?
Mum shaming: cos’è
La gravidanza e il parto portano il corpo a repentini e inevitabili cambiamenti, si sa, e non si capisce perché una donna dovrebbe vergognarsi di vedere le proprie forme diverse, non meno attraenti, ma semplicemente fuori dallo standard social per eccellenza della taglia 38. Il fenomeno rientra in quello più ampio del body shaming che ha interessato anche tantissimi personaggi famosi come Anne Hathaway, Rihanna, Gigi Hadid o, rimanendo in Italia, Vanessa Incontrada, additate per i loro chili di troppo.
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Una pratica simile, se non più meschina, è il mom shaming, ovvero lo spingere con le proprie parole una persona a provare vergogna per le sue azioni o il suo aspetto, e queste persone sono le mamme o neo mamme. A puntare loro il dito sono amici, familiari, colleghi o perfetti sconosciuti e l’oggetto della critica varia. Si passa dal far notare con termini poco lusinghieri i chili presi, la pancia più morbida o i fianchi più pronunciati al criticare alcune azioni come il voler dedicare tempo anche a sé stesse. Accusate di essere cattive mamme quindi, le donne spesso non riescono a vivere come vorrebbero uno dei momenti più belli della vita.
Mum shaming: le vittime
Il vedersi diversa allo specchio può essere già difficile per ognuna di noi ma per chi ha avuto un figlio lo è ancora di più. Si ha timore di non riuscire più ad accettarsi, di aver perso la forma fisica precedente alla gravidanza, oltre alla comprensibile insicurezza o paura nel dover prendersi cura di una nuova vita. Se poi la mamma in questione è anche esposta pubblicamente, all’insicurezza si aggiungono offese sull’aspetto e giudizi su comportamenti che non fanno altro che peggiorare la situazione. Si possono notare i commenti sotto ai post delle celebrities che da poco hanno partorito per riconoscere la portata del mum shaming.
Una delle ultime influencer ad aver partorito è stata Chiara Ferragni, già da tempo criticata per alcuni scatti considerati “inappropriati per una mamma”, ora è sotto ai riflettori per essersi presa del tempo per sè andando dal parrucchiere. Ci sono poi le foto a seno scoperto di Emily Ratajkowski che hanno scatenato commenti volgari e tutt’altro che pertinenti alla sfera della maternità che volevano palesemente richiamare. Ecco quindi che qualsiasi azione compiuta diventa il pretesto per commenti indesiderati.
Mum shaming: le icone positive
Alcune mamme però reagiscono e diventano esempi positivi per tutte. Campionessa del body positive è Blake Lively, anche lei sottoposta a giudizi per i cambiamenti a cui l’hanno portata le gravidanze. Accusata di essere “grassa” e fuori forma”, ha risposto con un allenamento intensivo di 14 mesi e con frecciatine ai brand di moda che non le permettevano di vestirsi come prima. “Non è bello per le neomamme vedere che il loro corpo non si adatta alle misure che offrono i marchi. Mi sono sentita insicura, che sciocca. La moda può fare di meglio” ha detto.
A seguire il suo esempio sono state Ashley Graham che ha mostrato con serenità le sue smagliature post parto e Katy Perry che si è scattata un selfie con la pancia ancora gonfia e indosso un reggiseno da allattamento. Gigi Hadid, invece, ha dedicato la sua prima copertina post maternità di Vogue alle “mamme che non si spazzolano neanche i capelli da un paio di giorni”. Insomma, chi non si cura è accusata di essere sciatta, chi lo fa è additata come una cattiva madre. L’unica soluzione è liberarci da quello stereotipo di madre e moglie perfetta che condiziona anche solo inconsciamente ognuna di noi.