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Nadia Toffa, la conduttrice de Le Iene, ad agosto 2019 ha perso la sua battaglia contro il cancro. Cosa sappiamo della sua vita?
Nadia Toffa nasce il 10 giugno del 1979 a Brescia. Dopo aver frequentato il Liceo Classico ‘Arnaldo’ della sua città si iscrive all’Università di Firenze dove si laurea in Lettere. A soli 23 anni compare per la prima volta in televisione su Telesanterno, per poi approdare a Retebrescia dove rimane per 4 anni. È proprio dopo questa esperienza che, ostinata come non mai, decide di provare ad entrare a far parte de Le Iene. Nadia incontra Davide Parenti, curatore della trasmissione, ma il colloquio di lavoro non ha esito positivo. La Toffa non demorde e continua a tampinare la redazione del programma di Italia Uno e, alla fine, raggiunge il suo obiettivo: nel 2009 diventa a tutti gli effetti una “Iena”.
A trent’anni, la guerriera bionda inizia ad occuparsi di numerose inchieste e, il 2 aprile del 2014, esce il primo libro dedicato proprio ad una di queste. Si tratta di “Quando il gioco si fa duro”, dedicato al fenomeno dell’azzardopatia. Nell’aprile del 2015 le viene assegnato il primo premio per la sezione tv del Premio Internazionale Ischia di Giornalismo. Nell’autunno del 2015, Nadia viene scelta per condurre il programma Open Space su Italia Uno, della durata di quattro puntate. A partire dal 2016, la vediamo al timone de Le Iene, prima al fianco di Geppi Cucciari e Pif, poi insieme a Andrea Agresti, Giulio Golia, Paolo Calabresi e Matteo Viviani. In merito all’esperienza da conduttrice, Nadia aveva dichiarato:
La conduzione mi diverte moltissimo. Sono una persona facile alla noia e, in quanto tale, alla costante ricerca di nuovi stimoli. Mi piace sperimentare, mi piace la diretta e quell’aria di famiglia che si respira in studio
Era il 2 dicembre del 2017 quando Nadia, a Trieste per un’inchiesta, ha accusato un brutto malore. La Toffa era in un albergo, pronta per fare il checkout e ripartire per proseguire il suo lavoro quando, senza alcuna avvisaglia, è caduta a terra svenuta. Subito trasportata nell’ospedale più vicino, è stata poi trasferita al San Raffaele di Milano. La conduttrice de Le Iene è stata immediatamente operata e, uscita dal coma,ha confessato di essere stata male a causa di un tumore.
La notizia del suo malore aveva immediatamente smosso non solo i suoi tantissimi fan, ma anche la quasi totalità dei personaggi famosi. Tutti si sono uniti attorno a lei e hanno sperato in una guarigione. Dopo essersi sottoposta alla chemioterapia, Nadia è tornata alla conduzione de Le Iene, ma la sua presenza non è stata fissa proprio a causa delle cure alle quali si è sottoposta a periodi alterni. Nel corso di questa lunga battaglia contro il cancro, la Toffa ha scritto un libro dedicato proprio alla malattia, “Fiorire d’inverno”, uscito il 9 ottobre 2018.
Nella prima pagina si legge:
Ho sempre creduto che la vita fosse disporre sul tavolo, nel miglior modo possibile, le carte che ti sei trovato in mano. Invece all’improvviso ne arriva una che spariglia tutte le altre, e la vita è proprio come ti giochi quell’ultima carta
Scrivere del “bastardo” che le ha rubato l’esistenza per lei è stato un inno alla vita e alla lotta: “Vorrei dire alle persone che ci guardano da casa di non mollare mai perché non sono sole”. Per aver definito il cancro un “dono”, Nadia era stata attaccata, ma aveva spiegato: “Ovviamente è una sfiga, ma che ho saputo trasformare in un dono per quel che riguarda la forza che ha saputo tirarmi fuori”.
Nadia, con grande caparbietà, si è occupata di inchieste che, talvolta, le hanno procurato anche delle spiacevoli battaglie legali. In un’intervista a Vanity Fair del 2016 aveva ammesso:
Sono sempre me stessa, se sono iena in video, lo sono anche nella vita. Se sono a cena e si parla di un argomento che mi interessa, mi indigno anche a tavola, senza le telecamere. Per me questo non è un lavoro, infatti da quando ho iniziato le Iene non riesco a fare nient’altro. Ho sempre sciato, e oggi non lo faccio più. Mi piaceva andare in bici, e adesso basta.
Per lei, il suo lavoro non è mai stato un semplice compito da portare a termine per avere un reddito soddisfacente, ma una vera e propria “vocazione”. La Toffa è stata protagonista di numerose inchieste che hanno creato un certo clamore, come quella relativa ad alcune presunte truffe effettuate ai danni del Sistema Sanitario Nazionale da alcune farmacie. Per questi servizi è finita a processo per diffamazione. Si è occupata anche della proliferazione delle sale slot machine, della cosiddetta terra dei veleni a Crotone, dell’aumento del numero di tumori tra Napoli a Caserta per colpa dello smaltimento illegale dei rifiuti da parte della camorra, del dilagare della pedofilia online, della prostituzione minorile a Bari e, a partire dal 2016, aveva seguito la vicenda Pfas di Vicenza e della contaminazione della falda.
Il 21 novembre del 2017, poco prima del malore a Trieste, ha proposto un servizio dedicato alla presunta pericolosità di un esperimento nucleare effettuato nel laboratorio del Gran Sasso, ma le accuse riportate vengono poi smentite dal mondo accademico. Sempre in prima linea per combattere la criminalità, le sue inchieste sono state numerose e hanno portato alla luce situazioni vergognose.