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Naomi Campbell, icona intramontabile di stile e di bellezza, ha rilasciato una lunghissima intervista a Paris Match, un famoso periodico francese. Parlando della propria vita “da sopravvissuta” e della lunghissima carriera che l’ha portata a conquistare le passerelle e le copertine di tutto il mondo, Naomi ha avuto modo di denunciare un episodio di razzismo di cui è stata vittima nel Sud della Francia. Le sue parole a difesa delle minoranze e la consapevolezza di quanta strada ci sia ancora da fare prima di poter parlare davvero di inclusività.
Naomi Campbell rifiutata da un albergo
L’episodio a cui la top model ha fatto riferimento si è svolto molto di recente, nel periodo dell’ultimo Festival del Cinema di Cannes a cui Naomi naturalmente era stata invitata a partecipare. Insieme a un amico la Top Model aveva deciso di soggiornare in un albergo nel sud della Francia di cui si è rifiutata di fare il nome.
Il receptionist dell’albergo, secondo il racconto di Naomi, ha affermato che l’hotel fosse pieno e che, per questo motivo, non sarebbe stato possibile sistemare la Campbell e il suo accompagnatore.
Quello che ha sconvolto la modella è che, mentre le veniva rifiutata l’entrata, ad altri clienti era permesso entrare nell’albergo per trovare una sistemazione. L’unica differenza, tra i clienti accettati e i due rifiutati era il colore della pelle.
L’episodio ha lasciato un segno molto profondo nella top model, che si è detta completamente sconcertata da quanto accaduto ma decisa a continuare la sua battaglia contro il razzismo.
È per questo tipo di momenti scioccanti che continuerò ad esprimermi e farmi sentire.
Oltre a essere famosa in tutto il mondo per gli inarrivabili risultati raggiunti nel corso della sua sfolgorante carriera, Naomi Campbell è famosa anche per il suo impegno a favore di organizzazioni di beneficenza, attive soprattutto in Africa.
A insegnarle l’importanza di usare la propria voce a vantaggio di coloro che non possono farsi sentire fu Nelson Mandela, il leader africano che Naomi incontrò a soli 26 anni e che le cambiò radicalmente la vita.
Oggi, a 23 anni da quell’incontro, Naomi continua il suo impegno a favore delle popolazioni africane in difficoltà umanitaria ma non si risparmia nemmeno nell’ambito dello shobitz, incoraggiando e consigliando tutte le giovani modelle nere che stanno affrontando le difficoltà che rendono impervio il mondo del fashion internazionale.
La parola “diversità” è ovunque oggi, ma non esisteva quando ho iniziato. Ho sempre desiderato che le persone fossero trattate in modo equo. Non credere che sia ovvio. La sfida è permanente. […] Dico alle modelle di non lasciarsi mai ridimensionare. È un lavoro in cui devi essere forte, coraggiosa e ben protetta dalla tua famiglia e da un buon agente. Azzedine, Gianni Versace e M. Saint Laurent erano i miei angeli custodi.
In merito all’essere stata l’unica indossatrice nera degli anni Novanta, Naomi ha commentato:
Ho sempre rifiutato l’idea che essere nera mi ostacolasse. Ci sono stati degli ostacoli, ma sono sempre stata supportata. Mi sono sempre battuta per promuovere la diversità, specialmente nelle campagne pubblicitarie. Ho sempre cercato di rimanere ottimista su questo argomento.