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Niccolò Bettarini, aggredito nelle prime ore della scorsa Domenica, è stato sottoposto a un’operazione chirurgica d’urgenza che fortunatamente è andata a buon fine, ma continuano ad emergere particolari inquietanti in merito all’aggressione di cui è stato vittima. Fin da principio si era supposto che la rissa e l’aggressione si fossero verificate per futili motivi, ma nessuno aveva ancora ipotizzato che la causa scatenante fosse proprio la fama dei genitori di Niccolò. Le rivelazioni di queste ore gettano una luce ancora peggiore sulla faccenda.
Niccolò ferito perché figlio di Stefano
Il numero delle persone che ha aggredito Niccolò Bettarini è consistente: quattro ragazzi tra i 20 e i 29 anni sono stati identificati, ma pare che il gruppo di cui facevano parte contasse almeno 10 individui. Degli altri sei, almeno per ora, non si conoscono ancora le generalità.
Il gruppo degli aggressori, formato da italiani e albanesi, era già entrato in contrasto con il gruppo di cui faceva parte Bettarini a causa della prenotazione di un tavolo all’interno dell’Old Fashion. Sembrerebbe infatti che almeno una volta il gruppo del Bettarini fosse riuscito ad accaparrarsi un tavolo su cui avevano messo gli occhi gli altri ragazzi. Probabilmente il gruppo italo – albanese si è convinto del fatto che la fama di Stefano Bettarini, padre di Niccolò, abbia fatto sì che suo figlio ottenesse dai gestori del locale un trattamento di favore.
Quando i due gruppi sono di nuovo entrati in rotta di collisione nei pressi dell’Old Fashion domenica scorsa, le ostilità sono state riaperte, tanto da indurre l’altro gruppo a tirar fuori un coltello.
“Ti ammazziamo”
Mano a mano che emergono nuovi dettagli sugli avvenimenti di domenica scorsa si capisce quanta violenza e quanta efferatezza si sia scatenata nei confronti di Niccolò. Il giovane è infatti stato colpito con calci, pugni e colpi di coltello mentre era a terra e contemporaneamente veniva minacciato di morte.
In realtà a essere preso inizialmente di mira era stato un amico di Niccolò Bettarini, ma quest’ultimo ha tentato di difenderlo dall’aggressione del branco, che si è accanito contro di lui appena dopo averlo riconosciuto. Contrariamente a quanto si sapeva inizialmente, del gruppo faceva parte che la fidanzata di Niccolò Bettarini: Zoe Esposito. La ragazza, coraggiosa quanto il suo fidanzato, ha tentato di intromettersi nella colluttazione per salvare Niccolò, ma non c’è stato molto da fare.
Le indagini
A livello giuridico, stanno continuando gli accertamenti: le quattro persone fermate saranno interrogate domani, Mercoledì 4 Luglio, dal giudice per le indagini preliminari di Milano, che ha il compito di convalidare il fermo.
Nel frattempo sono state rese note le accuse mosse finora contro i due italiani e i due albanesi (di cui uno sprovvisto di permesso di soggiorno) fermati dopo l’aggressione: pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove.
Alcuni degli indagati hanno già la fedina penale sporca e risultano recidivi, di qui il ragionevole pericolo di reiterazione del reato di aggressione.