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Niccolò Bettarini è tornato a casa dopo alcuni giorni trascorsi in convalescenza in ospedale. Il giovane, aggredito alle 5 del mattino della scorsa Domenica, ha subito un’operazione chirurgica alla mano, andata nel migliore dei modi, ed è finalmente stato dimesso.
Niccolò Bettarini torna a casa
Dopo le orgogliose parole di affetto di mamma Simona Ventura arrivano le dimostrazioni dell’amore paterno: Stefano Bettarini ha infatti deciso di festeggiare il ritorno a casa di Niccolò postando una fotografia che ritrae Niccolò quando era più piccolo e l’emoticon di un leone. La didascalia, semplicissima, recita “Bentornato a casa”.
Anche nel caso del messaggio di Stefano è chiaro che il padre di Niccolò, esattamente come sua madre, sia molto orgoglioso di come suo figlio abbia fatto fronte alla difficile situazione: prima l’aggressione da parte di un branco di dieci persone (una delle quali armata), quindi il ricovero d’urgenza in ospedale, l’operazione e la convalescenza.
Come se la situazione non fosse già abbastanza complessa, sul “caso Bettarini” si è riversata l’attenzione della stampa nazionale, tanto da indurre molti utenti della rete a commentare che se il ragazzo non si fosse chiamato Bettarini non avrebbe avuto tutto questo riscontro mediatico.
Probabilmente però chi fa questi commenti tende ad ignorare quello che invece Stefano Bettarini non si perdonerà mai: l’aggressione è stata indirettamente colpa sua.
A quanto hanno riportato diversi testimoni presenti al momento dell’aggressione, infatti, la furia del branco, che è stata classificata dalle forze dell’ordine come tentato omicidio si è scatenata con violenza inaudita proprio nel momento in cui qualcuno ha riconosciuto Nicolò come figlio di Stefano.
Il coraggio di Niccolò
Se Bettarini padre sta quindi combattendo con un senso di colpa che in qualche modo lo accompagnerà a lungo, sta anche dimostrando di essere enormemente orgoglioso di suo figlio il quale, stando a quanto è stato ricostruito dagli inquirenti e da quanto ha affermato lui stesso, si sarebbe frapposto tra il branco e un amico nel tentativo di difendere quest’ultimo dalle provocazioni.
Le cose sono degenerate nel momento in cui, dopo aver capito chi avevano davanti, gli aggressori hanno rivolto a Niccolò Bettarini prima le stesse provocazioni (i “buffetti” di cui Nicolò ha fatto menzione nella sua prima dichiarazione ufficiale), quindi una vera e propria tempesta di schiaffi, calci e coltellate.
L’intervento di Zoe
Il “leone” Niccolò, che ha difeso un amico e poi affrontato a testa alta tutte le conseguenze del caso, è stato difeso a sua volta dalla fidanzata Zoe Esposito. La ragazza ha tentato di impedire (purtroppo inutilmente) che l’aggressione a Niccolò si consumasse. Mentre quest’ultimo era riverso a terra nel tentativo di ripararsi dai calci e dal coltello con cui stava venendo colpito, si è ritrovato Zoe proprio di fianco e non ha potuto far altro che vederla cadere sotto i calci degli aggressori.
Zoe, che ha riportato soltanto alcune contusioni, non è stata ricoverata. Niccolò dopo essere stato portato in pronto soccorso in codice giallo è stato poi operato d’urgenza per evitare che una profonda ferita alla mano incidesse sulla corretta funzionalità dei nervi. Il periodo di riabilitazione occuperà comunque qualche settimana, anche dopo le dimissioni dall’ospedale.