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Dopo l’aggressione a Niccolò Bettarini, quattro ragazzi erano stati arrestati. Ora, uno degli aggressori ha richiesto di essere scarcerato. Una notizia sconcertante che, in molti si augurano che non venga accolta. Niccolò nel frattempo è sulla strada della guarigione, ma, come dimostrano i suoi post social, non dimentica quanto accaduto e chiede giustizia.
La richiesta
Albano Jakey, uno degli aggressori di Niccolò Bettarini, ha richiesto la scarcerazione. Il ragazzo, cittadinanza italiana ma con origini albanesi, è in stato di fermo dalla mattina stessa dell’accoltellamento al figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini. L’accusa è quella di tentato omicidio perpetuato a calci, pugni e coltellate. Una richiesta del genere ha veramente dell’assurdo, perché, anche se gli aggressori negano di aver compiuto il fatto, Niccolò ha dichiarato di aver riconosciuto nei quattro arrestati i volti di quanti lo hanno aggredito. Ovviamente altre persone avrebbero partecipato alla violenza, ma, almeno per ora, nessuno si aggiunge alla lista già nota. Stando a quanto risulta dalla cronaca, l’avvocato di Albano Jakey, Daniele Barelli, ha chiesto al Tribunale del Riesame di annullare la custodia cautelare in carcere, visto che l’udienza deve ancora essere fissata. Stefania Pepe, il Gip che si occupa del caso, aveva già precedentemente disposto la custodia in galera per i quattro aggressori, ritenendoli colpevoli con le seguenti accuse: Davide Caddeo sarebbe colui il quale ha sferrato le undici coltellate, mentre Albano Jakey, Andi Arapi e Alessandro Ferzoco avrebbero comunque partecipato all’atto violento. Secondo il Gip Stefania Pepe, i quattro aggressori hanno preso parte, seppur con colpe diverse, al pestaggio che avrebbe potuto provocare conseguenze mortali. Considerazione che non è passata inosservata e che ha avuto un ruolo importante è stata la superiorità numerica rispetto a Niccolò Bettarini e all’amico.
Le accuse a Jakei
Stando alle indagini e alle testimonianze non solo dei presenti, ma anche di Niccolò Bettarini, Albano Jakey sarebbe stato colui che avrebbe detto al figlio di Simona Ventura testuali parole: “Sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo”. Ovviamente, l’aggressore nega di aver pronunciato una simile frase, giustificandosi anche sostenendo che, proprio il giorno dell’accoltellamento, aveva una spalla fasciata, a causa di una caduta. Secondo quest’ultima tesi, l’avvocato Daniele Barelli sostiene che il suo assistito non avrebbe avuto la forza fisica necessaria per partecipare ad una rissa. Brutto mestiere quello dell’avvocato, non trovate? Credo che sia una categoria dalla quale difendersi, d’altronde non sono loro quelli che accampano storie e scuse anche per i peggiori assassini? Ora, capisco che questo sia il loro lavoro, ma personalmente avrei molte domande da porre loro. Tralasciando il mestiere dell’avvocatura, mi auguro che il Gip non accolga questa ingiusta richiesta: non sarebbe giusto per Niccolò Bettarini, così come per nessun altro. È giusto che chi ha sbagliato paghi, anche se non ha materialmente ucciso. Credo che a questo mio pensiero si unisca un coro da infinite voci. L’Italia ha bisogno di giustizia e ha bisogno di sicurezza, quella che ci consente di poter uscire liberamente, senza avere paura.