Argomenti trattati
Per molti anni si è creduto che Niccolò Paganini avesse stretto un patto con il diavolo. Un po’ si credeva che il violino fosse lo strumento del demonio, un po’ il suo aspetto scarno rendeva tutti scettici, ma soprattutto non si riusciva a capire cosa ci fosse dietro alla bravura del violinista ligure. Forse tra questi è il violino la causa maggiore, perché figure come il compositore Giuseppe Verdi o il direttore d’orchestra Ennio Morricone, non sono mai state associate alla figura di Satana. Forse Paganini per allontanare queste voci su di lui avrebbe dovuto dedicarsi più alla composizione, ma ora vedremo che in realtà, senza violino, non sarebbe il grande artista che oggi ricordiamo.
Chi era Niccolò Paganini
Niccolò Paganini (Genova, 27 ottobre 1782 – Nizza, 27 maggio 1840) è stato un compositore e violinista italiano. Nasce a Genova in una famiglia poco abbiente, che gli permette però di avvicinarsi alla musica. Fin dalla più giovane età Niccolò prende lezioni dal padre, grande appassionato di musica, sul mandolino. Si appassiona però al violino e dopo pochissime lezioni a 12 anni suona già nelle chiese di Genova e tiene un concerto a teatro.
Compreso il talento il padre lo accompagna a Parma all’età di 14 anni dove studia anche per 10-12 ore al giorno. Il suo approccio alla musica si ispira alla natura, imita infatti il canto degli uccelli, i versi degli animali e i timbri degli strumenti. Inizia a suonare nel nord Italia e in Toscana ottenendo grande successo. Per poco tempo all’età di 19 anni decide di interrompere questa attività per dedicarsi ad altro, tra cui lo studio della chitarra.
Scopre di essere bravo anche in questo e si dedica alla scrittura componendo numerose sonate e variazioni. Scrive sia per violino che per chitarra, influenzando tra di loro gli strumenti in una maniera completamente innovativa.
Il successo nelle grandi corti e nei teatri
All’età di 22 anni si trasferisce a Lucca dove accetta il posto di primo violino solista alla corte della principessa di Lucca e Piombino Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone I. La sua fama ormai lo precede e viene invitato in seguito a Torino a suonare nel castello di Stupinigi da un’altra delle sorelle dell’imperatore francese, Paolina Borghese.
Prosegue la sua carriera anche esibendosi nei diversi teatri italiani. Lo ospitano città come Milano, dove i critici lo nominano primo violinista al mondo, Roma e anche Palermo dove arriva il primo figlio avuto con la cantante Antonia Bianchi. Convivono per quattro anni prima che lei si trasferisca dal milanese Carlo Felice Brunati. Nonostante il figlio illegittimo Paganini si dimostra affettuoso e presente per il bambino.
Gli ultimi anni all’estero e l’arrivo della malattia
Nel 1828 finalmente si sposta a Vienna, dove riceve lodi per il suo lavoro anche dall’imperatore Francesco II. Dopo ben 20 concerti nella città austriaca si trasferisce a Praga dedicandosi alla composizione. Dopo un breve periodo tornato a Genova si alterna tra Parigi e il Regno Unito dove incontra anche un nuovo amore.
Il 1834 inizia per lui il lento declino dato da una malattia polmonare che nei momenti più duri della giornata lo portava a tossire per ore togliendogli la possibilità di fare concerti. Quando arriva la diagnosi per tubercolosi inizialmente guarita con rimedi dell’epoca che hanno però poi segnato i suoi ultimi anni con gravi effetti collaterali.
Paganini muore il 27 maggio 1840 a Nizza, qui il vescovo ne vieta la sepoltura in terra consacrata per la sua fama di eretico. Il suo corpo viene imbalsamato e conservato nella cantina della casa dov’è morto per essere sepolto diversi anni dopo nel cimitero di Parma.