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Nikki Hiltz è una mezzofondista statunitense, icona della comunità LGBTQ+.
Vediamo insieme, all’interno di questo articolo, di conoscerla meglio.
Nikki Hiltz è la prima atleta gender fluid a partecipare alle Olimpiadi: “non mi identifico con il genere che mi è stato assegnato alla nascita: la parola per descriverlo correttamente è non-binario”. Oggi Nikki Hiltz è un’icona della comunità LGBTQ+ nella lunga battaglia verso l’inclusività. Nikki Hiltz è nata a Santa Cruz 29 anni fa e la sua specialità è il mezzofondo.
E’ nata donna ma appunto non si è mai identificata con il genere che le è stato assegnato alla nascita. Infatti, per essere identificata, usa il pronome them/loro. Era il 2021 quando Nikki ha fatto coming out. Come giorno ha scelto il 31 di marzo perché è il giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale Della Visibilità Transgender. Diverse volte ha provato a parlare del suo disagio: “A volte mi sento fuori luogo.
Anche se le colleghe hanno sempre atteggiamenti amichevoli, può risultare imbarazzante essere la sola persona che, riferendosi a se stessa, usa il terzo pronome plurale.” Per quanto riguarda la sua vita privata, Nikki Hiltz fa coppia con l’atleta Emma Gee. Se volete saperne di più su di lei la potete seguire sul suo profilo ufficiale di Instagram che a oggi ha già ben 99,8 mila follower.
Come abbiamo visto precedentemente, la mezzofondista statunitense Nikki Hiltz ha fatto coming out nel 2021, tre mesi prima di qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi 2024. E’ stata la stessa Nikki ha raccontare con un lungo post sul suo profilo di Instagram come è arrivata a partecipare alle Olimpiadi: “Mi sentivo esaust* a spiegare cosa significasse non binario. I titoli avrebbero scritto ‘trans runner Nikki Hiltz’ e automaticamente avrebbero pensato maschio alla nascita o un trans che assumeva testosterone.
Sono stat* definito un imbroglion*, un uomo mediocre. Mi sentivo così incompres* e come se tutti nello sport inciampassero nelle loro parole quando parlavano con me o di me. Mi chiedevo se lo staff della NBC odiasse parlare delle gare in cui partecipavo perché era un peso per loro ricordare i miei pronomi. All’improvviso mi sono sentit* come se non dovessi più appartenere a questo sport. Ho passato gli ultimi 3 anni a ricostruire la mia fiducia“.
La battaglia per l’inclusività è ancora molto lunga, ma il fatto di vedere in gara alle Olimpiadi di Parigi 2024 Nikki Hiltz fa ben sperare per il futuro. Nonostante ci siano state, purtroppo, le solite polemiche, la Hiltz ha invitato le persone a cercare il significato di non binario. Nikki Hiltz, tra l’altro, non si è mai sottoposta a trattamenti ormonali.
Queste Olimpiadi quindi resteranno nella storia non solo per le medaglie, ma anche per atlete come Nikki Hiltz e Imane Khelif, per un futuro all’insegna dell’inclusività e soprattutto del rispetto.