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A Milano è stato organizzato un nuovo corteo No Green pass, ma potrebbe scoppiare il caos.
Iniziato uno scontro sul percorso, che sembra essere stato stabilito proprio per farsi dire di no.
Sabato 6 novembre 2021 ci sarà un nuovo corteo dei No Green pass a Milano e il livello di tensione è sempre più alto. Si tratta della diciassettesima settimana di proteste. I commercianti milanesi sono ormai esasperati, a causa dei danni agli incassi e in Questura il nervosismo è alle stelle dopo l’ultima mossa degli organizzatori.
Due esponenti del Comitato No Green pass di Milano, in un’email, hanno annunciato che vogliono far sfilare il corteo davanti ad alcuni punti molto sensibili della città. Partiranno da piazza Duomo, per poi passare davanti alla sede di Confindustria lombarda, poi all’Università Statale. Il percorso porterebbe i manifestanti in corso di Porta Vittoria, dove c’è la Camera del lavoro della Cgil e in viale Majno, davanti alla sede di Libero.
Passerebbero anche in corso Buenos Aires per poi arrivare alla Stazione Centrale e concludere davanti alla Regione Lombardia.
Intorno al percorso stabilito è nato un mistero. Questo percorso, infatti, sembra essere fatto apposta per farsi dire di no. Nelle chat Telegram dei No Green pass è già scoppiata una polemica con chi la scorsa settimana ha accettato un compromesso con la polizia per concordare il percorso del corteo.
La nuova mossa da un lato punterebbe a ricompattare il Comitato, ma dall’altro sembra voler scaricare ogni responsabilità del possibile caos che potrebbe scatenarsi sui responsabili di sicurezza. Non sono ancora molto chiare le motivazioni della decisione di questo percorso che difficilmente verrà accettato.
Gli organizzatori del corteo non si stanno nascondendo.
All’Adnkronos hanno dichiarato che senza un accordo sul percorso “la colpa ricadrà interamente sugli specialisti della forza ondulatoria, che dimostreranno ancora una volta che quelle sul mancato preavviso erano solo scuse e che, chiusa la parentesi dello scorso sabato, l’intento è sempre stato quello di negarci il diritto a manifestare“. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha deciso di rispondere alle provocazioni con il dialogo e la ricerca di un compromesso.