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L’infermiera Giusy Maria Pace, promotrice della manifestazione No Green pass a Novara, è stata sospesa dal sindacato e rischia la denuncia.
No Green pass a Novara: infermiera sospesa dal sindacato
L’azienda ospedaliera di Novara potrebbe denunciare Giusy Maria Pace, infermiera caposala promotrice della manifestazione No Green pass a Novara, dove si sono vestiti da deportati, sfilando per le strade della città. Intanto, la donna è stata sospesa dal suo sindacato, Fsi-Usae, che le ha revocato tutte le cariche. “Nel comportamento della nostra dipendente, tra l’altro stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento rileviamo un grave danno d’immagine nei confronti dell’Aou. Valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare” ha annunciato Gianfranco Zulian, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara.
No Green pass a Novara: “Non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi”
“Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul ‘green pass’ ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico” ha dichiarato Zulian. Il sindacato Fsi-Usae “prende le distanze da questi comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base. La nostra federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale ribadendo la propria linea a governo e parlamento con atti ufficiali; a nessuno dei dirigenti che la rappresenta Fsi-Usae può consentire, ne ora ne mai, di gettare nel cestino la linea politico-sindacale della federazione e agire a titolo personale nel mentre si fregia degli incarichi del sindacato” ha dichiarato Adamo Bonazzi, segretario generale del sindacato.
No Green pass a Novara: “Contro l’ignoranza la strada è ancora lunga”
“Contro il Covid abbiamo trovato un vaccino. Ma contro l’ignoranza la strada è ancora lunga” ha dichiarato Alberto Cirio, presidente del Piemonte. “Manifestare è un diritto, farlo in questo modo è inaccettabile. L’Italia è un Paese libero. Ma questa libertà, la nostra, non è stata gratuita. Ha avuto un prezzo, altissimo, che altre persone hanno pagato per noi. Sulla loro pelle” ha aggiunto Cirio. “Per chi è stato rinchiuso in un campo di sterminio le tute a righe, il marchio dell’inchiostro, il filo spinato, non sono stati i travestimenti di una carnevalata vergognosa” ha continuato. “Gli incubi la storia li fa vivere reali. Ma questo chi ieri ha manifestato a Novaranon lo sa. Vorrei che ognuno di loro ascoltasse la voce di chi oggi è memoria. Vedesse con i propri occhi cosa è veramente l’orrore. Perchè contro il Covid abbiamo trovato un vaccino. Ma contro l’ignoranza la strada è ancora lunga” ha concluso.