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In relazione all’omicidio di Ercolano, dopo due ore di interrogatorio, il gip ha constatato che l’aggressore Vincenzo Palumbo ha sparato ai ragazzi da una distanza ravvicinata e che le due vittime non avrebbero potuto salvarsi in quanto il 112 è stato allertato circa mezz’ora dopo il verificarsi degli eventi.
Omicidio di Ercolano, il gip Sarno: interrogatorio a Vincenzo Palumbo
Il gip Carla Sarno ha interrogato Vincenzo Palumbo per oltre due ore: durante l’interrogatorio, l’uomo ha ammesso di aver ripetutamente sparato al buio contro l’auto a bordo della quale si trovavano Tullio Pagliaro, 26 anni, e Giuseppe Fusella, 27 anni.
Secondo il gip, le due vittime dell’omicidio di Ercolano non avrebbero mai potuto sopravvivere alla raffica di colpi dalla quale sono stati travolti. In considerazione delle valutazioni del gip Sarno, infatti, Vincenzo Palumbo aveva intenzione di uccidere e ha attuato l’aggressione con estrema freddezza.
Omicidio di Ercolano, il gip Sarno: le parole del legale di Palumbo
Per quanto riguarda il duplice omicidio, il camionista Vincenzo Palumbo continua a sostenere di aver sparato “in un punto buio” solo quanto l’auto “è partita a tutta velocità”, nella convinzione di aver colto in flagrante una coppia di ladri.
Sulla vicenda, si è espresso l’avvocato di Palumbo, Fioravanti De Rosa, che ha dichiarato: “Non l’aveva neppure immaginata l’eventualità di colpire la vettura e, addirittura, chi c’era all’interno”.
Il camionista 53enne, quindi, avrebbe capito di aver ferito i giovani all’interno della Fiat Panda solo quando la vettura ha impattato contro un muretto dell’abitazione. Dopo lo schianto, l’auto sarebbe rimasta in accensione per circa 5-10 minuti prima che Palumbo decidesse di avvicinarvisi e sentisse i lamenti dei ragazzi.
Le due vittime, quindi, erano ancora in vita e, sulla base di quanto riferito dal legale De Rosa, “a questo punto, il mio assistito si è allontanato e ha chiamato il 112”.
Omicidio di Ercolano, il gip Sarno: “Le vittime non avevano scampo”
Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Carla Sarno ha ribadito che Vincenzo Palumbo ha sparato 11 colpi con una Beretta calibro 40 di sua proprietà. I colpi sarebbero partiti dal balcone della villetta in cui abita l’uomo, situato a circa 2-3 metri di altezza dalla strada, e sarebbero stati indirizzati verso il basso per colpire la Panda delle vittime mentre si allontanava.
Il gip, inoltre, ha sottolineato che i due giovani “non potevano avere scampo” a causa della distanza della vettura “davvero ridotta” rispetto al punto in cui è stata sparata la “raffica di colpi di arma da fuoco esplosa da Palumbo, soggetto avvezzo all’uso delle armi in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d’armi”. L’uomo, infatti, non possiede soltanto la Beretta, arma del delitto, ma anche due fucili da caccia.
Omicidio di Ercolano, il gip Sarno: “Soccorsi chiamati dopo mezz’ora”
Infine, in merito alla chiamata al 112, è stato rivelato che il duplice omicidio è avvenuto tra le 00:25 e le 00:28 di venerdì 29 ottobre ma Palumbo avrebbe contattato forze dell’ordine e soccorritori soltanto 26 minuti dopo il verificarsi degli eventi.
A questo proposito, nel video consegnato agli inquirenti, appare evidente per il gip “la freddezza del gesto, e soprattutto l’assoluta determinazione nel colpire l’auto dei ragazzi”.
La reazione di Palumbo è stata descritta dal gip nel seguente modo: “Un gesto scatenato senza dubbio dal fatto che Palumbo, infastidito dalla presenza della autovettura Fiat Panda nei pressi della sua abitazione, abbia disattivato l’allarme e, carico di rabbia per avere precedentemente subito un furto – vicenda accaduta lo scorso 4 settembre –, abbia voluto colpire l’autovettura”.
L’aggressore, inoltre, aveva riferito di essere stato svegliato dall’allarme, durante il primo interrogatorio al quale era stato sottoposto. La versione dell’uomo, tuttavia, è stata smentita dal gip secondo il quale l’antifurto non è mai scattatoin quanto il camionista 53 enne lo ha disattivato immediatamente dopo aver trivellato di colpi la Fiat Panda. Inoltre, nessuno dei vicini di Vincenzo Palumbo ha riferito di aver sentito suonare alcun tipo di allarme.
I carabinieri hanno ascoltato anche i familiari di Tullio Pagliaro, affiancati dal loro avvocato Maurizio Capozzo.