Omicidio di Garlasco, quelle cugine di Chiara vittime della “velina-generation”

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Lo sono, eccome se lo sono.

La tv ha vagato nei loro lucidi cervelli da quando erano piccole, la loro magrezza e la cura nell'abbigliamento sono sintomo della loro puerile immersione nella velina-generation. Sì, studiano, hanno dei sogni e delle speranze professionali, ma quella roba lì, la telecamera accesa sui loro visi… bè… era qualcosa di più di un sogno: il sogno. Perchè non approfittarne?

Belle, carine, con un non so che da dive, graziose quanto immorali, bramose di gloria ma finite nel fango.

Volevano la ribalta, l'hanno ottenuta. Le due cugine di Garlasco hanno trovato il loro posticino sui giornali, anche se non come avrebbero voluto. Hanno fatto un fotomontaggio ad arte per apparire belle e glamour assieme alla cugina Chiara, morta con la testa fracassata poche ore prima. Hanno posato davanti alle telecamere truccate e ben vestite, con quegli occhiali alla Victoria Beckham. Forse sexy, così si saranno sentite. Ora sono ovunque, già, ma non come avrebbero voluto.

Sognavano la gloria e sono finite nella merda. Accusate di lucro. Accusate di aver sfruttato la tragedia per inseguire quel sogno chiamato notorietà. Ma fanno solo pena, non me la sento di condannarle. Provo compassione per loro. Sono ragazzine della velinageneration, della Diavolita dal prosperoso seno. 

Sì, siete della gran belle fighe, sì…sì… fighe da paura, meritavate almeno una copertina nella vita. Avete scelto il momento sbagliato. Ora siete contente? Qualcuno ve lo dice: sareste perfette per la tv.

Bone e senza scrupoli.

Qui sotto un'intervista a Stefania Cappa, una delle due cugine:

Negli ultimi giorni lei e sua sorella vi siete molto esposte, qualcuno ha gettato delle ombre su di voi.
"Dovevamo farlo per forza, collaborare alle indagini era un dovere civico. Chi ha insinuato lo lasciamo parlare, risponderemo al momento opportuno".

In che senso?
"Coi dovuti provvedimenti legali".

Siete andate in Procura spontaneamente a lasciare il vostro Dna.

Perché lo avete fatto?
"Per lo stesso motivo: aiutare gli investigatori a fare chiarezza, togliere ogni ombra possibile. Ci è sembrata una cosa giusta".

Il vostro atteggiamento però ha fatto venire qualche dubbio: per esempio la fotografia scattata quando Chiara era già morta e che vi ritrae tutte e tre assieme.
"Su questo non dico nulla, fa parte del tentativo di gettare fango su di noi. Mia sorella ed io ci stiamo divertendo a leggere i giornali, tutte le sciocchezza che scrivete". 

Scusi, avete perso vostra cugina pochi giorni fa.

Forse dovreste avere altri pensieri.
"In effetti Chiara è la perdita più grande. Eravamo molto legate, ci vedevamo spesso, soprattutto nell'ultimo periodo. Ci scambiavamo le nostre confidenze, problemi d'amore, le cose normali che si raccontano tra cugine o tra amiche".

Lei conosceva Alberto?
"Si, ma non avevo rapporti diretti. Me ne parlava Chiara. Erano una coppia felice, l'ho detto anche negli interrogatori".

Ha sentito? Gira addirittura una voce secondo la quale tra lei e Alberto c'era qualcosa di più di una simpatia.


"Ah sì?! No, questa non l'avevo ancora sentita. Assurdo! Ma lasciamo che giri anche questa… tanto ormai non mi stupisco più di niente. Mi sembra di stare in un film. Siamo vittime di una gogna mediatica".

Non crede che, in qualche modo, con il vostro comportamento, vi siete tirate addosso l'attenzione dei media?
"Sono state dette cose false e incredibili: per esempio che mia sorella ed io sognavamo o sogniamo di fare le modelle o di lavorare nel mondo dello spettacolo.

Figuriamoci, niente di più ridicolo. Io sto imboccando la carriera forense, l'unica che mi interessa. Da piccola volevo fare l'amazzone, infatti ho sempre praticato equitazione a livello professionistico. Mia sorella studia scienze della comunicazione allo Iulm, vorrebbe fare l'autrice televisiva, o la regista, ma è un ruolo da dietro le quinte, mica stai sotto i riflettori".

Che idea si è fatta sull'omicidio di sua cugina?
"Non mi sono fatta nessuna idea. Per me mia cugina è morta e basta, non voglio pensare che sia stata assassinata".

Lo dicono i fatti.
"Sì, ma preferisco non pensarci, starei troppo male, andrei in depressione".

In realtà lei sembra molto forte e sicura di sé.
"Cerco di esserlo, dico le cose come stanno, l'ho fatto anche coi magistrati nei tre interrogatori ai quali mi hanno sottoposta".

Non teme che la iscrivano nel registro degli indagati assieme ad Alberto?
"L'avviso di garanzia è un atto dovuto, a tutela di chi lo riceve.

Non mi fa paura. Studio legge, queste cose le conosco bene: in Italia c'è la presunzione di innocenza, un avviso non è una sentenza di condanna. È anche normale che abbiano indagato Alberto, serve per le indagini, non potevano andare avanti tutti questi giorni senza indagare nessuno". 

Finora è lui, Alberto, l'unico sospettato. Pensa che potrebbe avere commesso un delitto così orribile?
"No, non l'ho mai pensato e continuo a non pensarlo. Con Chiara stavano bene, avevano anche dei progetti per il futuro".

Quando ha visto Alberto l'ultima volta? Quando vi siete parlati?
"Questo non glielo posso dire…".

3 – IL CORPO SPOSTATO, L'AUTO MISTERIOSA, I TASSELLI MANCANTI AL PUZZLE DEL DELITTO
Piero Colaprico per La Repubblica

Qualsiasi investigatore, senza la polizia scientifica e gli accertamenti tecnici, davanti a una tragedia come quella di Chiara Poggi a Garlasco, rischia di essere frastornato dagli indizi contraddittori. L'analisi dei dettagli dell'omicidio, avvenuto tra le 9.30 e le 11 del 13 agosto, sono davvero di difficile interpretazione.