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“Plata o plomo”.
Questa la famosa frase pronunciata da Pablo Escobar, il leader indiscusso dello spaccio di cocaina. La sua storia è diventata nota anche ai più giovani con la serie tv “Narcos” che ha appassionato tutti con gli episodi mozzafiato. Scopriamo insieme la storia di questo narcotrafficante che si proponeva come “Robin Hood” per il suo paese.
Pablo Emilio Escobar Gaviria (Rionegro, 1º dicembre 1949 – Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale colombiano, nello specifico uno dei più ricchi trafficanti di cocaina e marijuana nella storia del mondo.
Cresce con gli altri sei fratelli, il padre agricoltore e la madre insegnante di scuola elementare.
Fin da più piccoli inizia con piccoli furti e truffe e a 13 anni entra in un movimento culturale con il nome di “Nadaismo” che portava i giovani a disobbedire ai genitori e sfidare le autorità.
Inoltre in questo gruppo si fa uso spesso di droghe ed è qui che Pablo intraprende un rapporto infinito con la marijuana.
All’età di 25 anni viene arrestato e mandato nel carcere di Ladera dove conosce l’importante contrabbandiere Alberto Prieto, il quale gli offre un lavoro e inizia a far parte del business della cocaina. L’anno successivo è già celebre per aver ucciso Fabio Restrepo dopo aver acquistato 14 kg di droga.
Gli uomini di Restrepo da quel momento iniziano a lavorare per Escobar che diventa ora noto a livello internazionale.
Ormai la fama e la ricchezza di Escobar è infrenabile. La rivista Forbes stima che egli sia il settimo uomo più ricco al mondo e che controlli l’80% della cocaina e il 20% di armi illegali.
Ormai possiede flotte aeree, navi, veicoli di ogni tipo per controllare il cartello di Medellin che lo porta a fare circa 80 milioni di dollari al giorno. La sua ricchezza la usava anche nel suo paese diventando un eroe per molti abitanti di Medellin che gli adattano le vesti di Robin Hood.
Il successo tra le folle e il bisogno di potere lo portano a candidarsi con la lista Alterativa Liberal.
Propone il progetto “Medellin sin tugurios” costruisce abitazioni per famiglie povere e ottiene tanta popolarità da essere eletto alla Camera dei Rappresentanti. La sua carriera però subisce un colpo quando il quotidiano “El Espectador” dichiara che Escobar è stato arrestato per essere stato trovato con un carico di cocaina.
La situazione si aggrava perchè la volontà di vendicarsi seguita da varie ripercussioni porta tutti i narcotrafficanti a rifugiarsi a Panama. Lui viene accolto dal socio Josè Gonzalo Rodriguez Gacha in Nicaragua e qui inizia a studiare come far entrare la cocaina negli Stati Uniti. Inizia a fare affari con Barry Seal, il contatto americano, il quale fotografa lui e Gacha. Fornisce le prove al governo costringendo il regime sandinista a rimandarlo in Colombia per non rischiare di sembrare dalla parte del narcotrafficante.
Il ritorno in Colombia non è dei migliori dal momento in cui chiunque provi a mettersi contro Pablo muore. Giornalisti e magistrati perdono la vita combattendo sull’estradizioni del narcotrafficante il quale riesce ad ottenerne l’annullamento.
Nel 1988 un’autobomba esplode davanti ad una delle abitazioni di Escobar coinvolgendo la moglie e i figli. L’ordine era stato mandato dal cartello di Cali con cui c’era rivalità.
I motivi specifici non sono chiari ma pochi anni dopo Escobar decide di consegnarsi spontaneamente alle autorità che fanno partire il processo.
Viene chiuso in una prigione di lusso soprannominata “La Catedral” in cui, concordato con il governo, deve passare 5 anni di confinamento obbligatorio per non essere estradato.
In realtà il criminale esce di tanto in tanto creando grandi proteste e scandali così il governo nel 1992 decide di trasferirlo in una prigione convenzionale. Attraverso i suoi contatti lo scopre in tempo e fugge da La Catedral.
Dopo la sua fuga il conflitto cresce anche tra Pablo e nemici come il gruppo de Los Pepes che portano a un gran numero di morti e proprietà distrutte. La vicenda di conclude il 2 dicembre 1993 quando la squadra colombiana della polizia lo prende dopo un inseguimento sui tetti di Medellin e sparandogli lo uccide.
Il cartello di Medellin cessa di esistere e fino alla metà degli anni ’90 domina il cartello di Cali.
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