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Sui social non sono state poche le polemiche sulla quantità di donne proposte tra i nuovi ministri del governo Draghi. Tra i 23 nomi scelti, 8 soltanto sono di donne tra cui riappaiono i nomi di Mariastella Gelmini e l’esponente di Italia Viva, Elena Bonetti. Il nuovo premier ha però presentato un nuovo nome per il ruolo di portavoce di Palazzo Chigi: Paola Ansuini.
Chi è Paola Ansuini
Paola Ansuini indirizza il suo percorso universitario verso scienze politiche nell’università LUISS dove si laurea nel 1985. Appena tre anni dopo la conclusione degli studi entra a Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, dove si inserisce come responsabile dell’Ufficio stampa rimandoci fino al 1997.
Il suo incarico l’ha portata a svolgere il ruolo di addetta stampa nel settore politico ed economico, assistendo ad eventi come la realizzazione dell’Unione economica e monetaria. Realizza infatti la campagna nazionale per comunicare e informare i cittadini sull’avvento dell’Euro nel 2001.
La Banca d’Italia e il rapporto con Draghi
Dopo essersi occupata di questo evento fondamentale passa due anni a lavorare nella delegazione a Bruxelles come vice-capo, per poi tornare ad occuparsi della Banca d’Italia come Capo della Divisione Stampa e delle relazioni estere.
Nel 2006 conosce per la prima volta Mario Draghi, che viene nominato governatore della Banca d’Italia e così si trova ad occuparsi della sua comunicazione. Tra i suoi compiti anche quello di controllare i rapporti con la stampa, specialmente in occasioni importanti come vertici del calibro del G7, G8 e G20. Un rapporto che li vede a contatto fino al 2011 quando subentra Ignazio Visco.
Gli obbiettivi come responsabile della comunicazione
Proponendo il nome di Paola Ansuini è stata chiara la direzione che Draghi ha voluto prendere. L’esperta ha un taglio comunicativo preciso, attento e formale, una gestione che sotto la responsabilità di Rocco Casalino è stata assente. Esplicita la volontà di comunicare solo in presenza di informazioni da condividere.
La Ansuini non è solita utilizzare social o comunicazioni informali su canali web. Si vuole continuare in maniera istituzionale senza creare “molto rumore per nulla” e in maniera rapida. Un metodo che Mario Draghi sostiene e promuove a gran voce anche durante le interviste.